Devo davvero operarmi?

Cinque domande per valutare la decisione di operarsi.

Operarsi è una decisione seria, che richiede un’altrettanto seria riflessione. L’elemento principale nell’affrontare un intervento è: “conosci te stesso” e tieni in considerazione il tuo livello di ansia di base. Hai un carattere ansioso o in genere affronti situazioni difficili con estrema tranquillità?

La decisione di operarsi è un gioco di squadra. La chirurgia deve essere ben spiegata e ben compresa dal paziente. Al fine di arrivare, per entrambi le parti, a considerare tutte le opzioni e giungere alla conclusione che operarsi sia meglio che non operarsi. La decisione finale, tuttavia, può essere solo del paziente. Non si tratta fortunatamente di interventi “salva vita”, per cui la scelta non si pone ; si tratta di interventi per migliorare la “qualità della vita”. Solo il paziente sa quanto il problema ortopedico interferisce nella sua vita di tutti i giorni e quanto potrà condizionarlo in futuro. Il medico è solo un aiuto alla decisione, un aiuto alla comprensione del problema e una guida alle possibili soluzioni.

Ecco alcuni elementi per impostare un ragionamento corretto:

1. Hai capito quello che ti è stato spiegato?

Personalmente, cerco di parlare in modo lento e chiaro per fare in modo che il mio interlocutore capisca durante ogni visita. Ho scritto testi su questo sito per rinforzare ulteriormente i concetti che illustro. La decisione di operarsi dipende fortemente da quanto hai capito in merito alla tua situazione. Se hai domande, per favore, scrivitele e portale con te alla prossima visita prima di essere operato.

2. Pensi di aver provato ogni possiibile trattamento non chirurgico?

In alcuni casi come un’infezione o una frattura esposta non ci sono alternative alla chirurgia. Il più delle volte tuttavia ci possono essere altri trattamenti oltre alla chirurgia. Non dovresti avere un intervento se non hai considerato tutte le alternative non chirurgiche e hai valutato che non sono alternative valde per te, per le tue aspettative e per il tuo futuro. Per favore discutine con me se non sei sicuro di aver valutato attentamente tutte le possibilità.

3. Pensi di aver considerato la possibilità di NON operarti?

La chirurgia ortopedica non è quasi mai questione di vita o di morte. Spesso si può continuare a condurre la propria vita con un problema ortopedico, senza porsi a rischio di nessuna complicanza. Se hai dubbi in tal senso chiedimelo e discuteremo insieme tutte le conseguenze della decisione di non operarsi.

4. Hai capito con quali obiettivi vieni operato? Hai capito quali sono le possibili complicanze dell’intervento?

Se hai delle aspettative irrealistiche, entrambi non saremo soddisfatti del risultato di un intervento. Il dolore che viene dalla schiena non potrà mai essere curato facendo una protesi d’anca. Devi aver precisamente compreso quale sia la tua diagnosi, cosa intende modificare l’intervento, quali risultati ci si deve aspettare dalla chirurgia. Per esempio, la chirurgia ortopedica ha spesso l’obiettivo di correggere o aggiustare un pezzo rotto per MIGLIORARNE la funzione. Ancora non è possibile riavvolgere il nastro e ritornare esattamente a come prima della rottura. Ogni intervento con la giusta indicazione ha indubbi vantaggi, ma inevitabili possibili complicanze (generalmente molto basse) che devono essere serenamente accettate. Se hai dubbi scrivili e domandami maggiori informazioni.

5. Hai capito le possibili complicazioni che possono accadere nel tuo caso particolare?

Tutti gli interventi hanno rischi tra cui:

– Infezione: è un rischio variabile a seconda della tipologia di intervento, generalmente piuttosto raro, può aumentare nei pazienti diabetici o in chi subisce interventi ripetuti.

– Danno a strutture vascolari o nervose. Anche questa complicanza è piuttosto rara. Riguarda spesso piccoli nervi microscopici che forniscono la sensibilità della pelle vicino all’incisione chirurgica. Una lesione a tali nervi sensitivi provoca piccole aree di insensibilità intorno alla ferita, talvolta permanenti, talvolta che lentamente regrediscono fino a scomparire.

– Impossibilità al trattamento completo del problema: a volte la lesione è tale da non permetterne la completa riparazione. Di solito gli esami preoperatori fanno capire prima dell’intervento tale possibilità, talvolta il danno è più esteso del previsto e lo si scopre solo durante la chirurgia.

– Recidiva del problema: a volte nonostante un trattamento eseguito a regola d’arte il problema può ripresentarsi: questa problematica riguarda ri-rotture di tendini riparati, recidiva di cisti articolari ed altre condizioni. Chiedi al tuo medico nel tuo caso che possibilità di recidiva esistono.

– Complicanze anestesiologiche: complicanze gravi sono rare. Spesso riguardano i pazienti che hanno subito chirurgie multiple, molto anziani e con gravi problemi di salute. Prima dell’intervento verranno eseguiti degli accertamenti di base per valutare il tuo stato di salute e per classificare il rischio anestesiologico. L’anestesista spiegherà nel dettaglio la tecnica anestesiologica e il vostro rischio specifico.

– Sto prendendo un farmaco per scoagulare il sangue? Se è così informate il medico. Probabilmente sarà necessario sospenderlo e sostituirlo 2 settimane prima dell’intervento.

Discuterò personalmente con il paziente altre complicazioni specifiche dell’intervento che dovete eseguire. Se avete l’impressione di non avere capito completamente tutto, vi prego di scrivervi le domande su un foglio e domandarmi tutti i vostri dubbi.

Ricordatevi: le cose comuni accadono spesso, quelle rare no! Quindi conoscere le possibili complicanze è importante, ma non fate diventare la cosa più grande di quello che è. Diciamo che la complicanza é da conoscere ed accettare serenamente prima dell’intervento. Non è che tutte le volte che prendiamo la macchina per muoverci dobbiamo necessariamente conoscere quali percentuali di rischio abbiamo di avere un incidente… sappiamo che l’eventualità esiste e l’accettiamo serenamente.

Se avete domande scrivetevele e chiedetemele durante la visita!

Prevenire le infezioni

Le cause delle infezioni chirurgiche

Le infezioni chirurgiche sono generalmente rare, più rare nella chirurgia artroscopica, poco sotto l’1% nella chirurgia protesica.

Tale circostanza non può essere scongiurata al 100% in nessun tipo di intervento chirurgico per un semplice motivo: la nostra pelle è ricoperta di batteri che vivono su di noi. Non è rilevante quanto ci laviamo o quanto viviamo in ambienti puliti. Si tratta di batteri detti “Saprofiti” che semplicemente ospitiamo sulla nostra pelle senza che ci facciano del male.

Per uccidere tutti i batteri nei processi ospedalieri si usano temperature elevate (come quelle raggiunte in una pentola a pressione), radiazioni gamma, sostanze irritanti in grado di sciogliere le materie organiche. E’ chiaro però che questi metodi di “sterilizzazione” non possono essere utilizzati sulla nostra pelle. Quando si esegue un intervento alcuni germi possono essere portati in profondità nella ferita chirurgica. Questo nonostante che si usino molteplici precauzioni durante l’intervento. La maggior parte dei casi fortunatamente tale infezione rimane superficiale e viene combattuta efficacemente dal nostro sistema immunitario. Se però il germe arriva su una protesi è in grado di proteggersi con uno scudo detto “biofilm” che impedisce a sistema immunitario e antibiotici di combatterlo.

Come prevenire le infezioni dopo un intervento chirurgico

Nonostante tutto lo sforzo deve essere sempre quello di fare diventare le infezioni sempre più rare. Molti dei fattori che le determinano non sono controllabili, ad esempio se dipendono da una vostra condizione di ridotta capacità di contrastare i batteri (ad esempio nei malati di diabete).

Alcuni fattori però possono essere controllate soltanto con alcune semplici norme:

  1. Curate la vostra persona prima del ricovero: pulite accuratamente la zona della chirurgia, tagliatevi e pulitevi le unghie, se mettete lo smalto eliminatelo accuratamente.
  2. In ospedale vi verrà dato un sapone antibatterico con cui lavarvi la parte che dovete operare.
  3. Mantenete la vostra ferita asciutta per 6 giorni dopo la chirurgia, dopodichè le piccole ferite possono essere lavate sotto la doccia (non nella vasca da bagno). Verrete istruiti al riguardo.
  4. In caso di chirurgia protesica avrete un cerotto speciale antibatterico per le prime 3 settimane. Questo cerotto viene messo in sala operatoria e verrà cambiato solo se si sporca. Per piccoli interventi comunque consigliamo di cambiare il cerotto solo ogni 2-3 giorni.
  5. I segni di infezione sono gonfiore, rossore, dolore, calore. Se avete il dubbio che la vostra ferita non vada bene chiamatemi, vi visiterò tempestivamente per valutarla personalmente.

Lividi: Ecchimosi o Ematomi

I lividi dopo un intervento chirurgico

Praticamente tutte le chirurgie sono accompagnate dalla presenza di un livido più o meno importante. Tecnicamente il livido si chiama “Ematoma post-chirurgico“.

Spesso la presenza di un ematoma spaventa il paziente, ma non dovrebbe essere così. Cercherò di aiutarvi a capire che cosa provoca l’ematoma per convincervi a non avere paura se dovesse capitarvi di vederlo dopo l’intervento.

Il sangue è un colorante molto forte: soltanto una goccia può colorare moltissimo tessuto. Vi sarà successo di vedere l’effetto di una sola goccia di sangue nell’acqua. Infatti l’emoglobina, che è la responsabile del colore rosso del sangue, è chiamata anche “pigmento respiratorio” proprio per la sua intensa proprietà colorante.

Potete capire allora come solo poche gocce di sangue possano colorare i tessuti sotto la pelle facendoli apparire viola.

Bruising

Lentamente il sangue verrà digerito dal vostro organismo e questo gli farà cambiare colore. Da violaceo, a verde-giallo, al colore normale della vostra pelle. Ci vorrà qualche settimana e tutto sarà come prima.

In alcuni casi un ematoma intenso dopo l’intervento può essere correlato all’uso comune delle Eparine per la prevenzione delle trombosi. In tal caso, ma solo dopo il giudizio del vostro medico di famiglia oppure del medico specialista che vi ha operato, l’eparina potrà essere sospesa.

 

Il dolore dopo l’intervento

Il dolore dopo l’intervento. Un approccio a sette livelli.

Se si chiede ai pazienti che cosa vogliono dalla chirurgia, la risposta è quasi sempre in ordine di importanza: “voglio una chirurgia efficace; non voglio nessuna complicazione; non voglio sentire dolore dopo l’intervento”.

Spesso i medici si focalizzano sull’efficacia della chirurgia in termini di complicanze, ma spesso ignorano il problema del dolore per il paziente dopo l’intervento.

Per questo ho studiato il dolore post operatorio per molti anni, interessandomene fin dai tempi la specializzazione. Leggo giornali che parlano del controllo del dolore dopo l’intervento, assisto a congressi a tale riguardo e sono in continuo contatto con i terapisti del dolore.

Sulla base di questo mio interesse e della letteratura internazionale ho disegnato un programma di controllo del dolore post operatorio per i miei pazienti.

Come riesco a fare in modo che la mia chirurgia provochi poco dolore? Ecco il segreto: ascolto i miei pazienti e quindi mi comporto sulla base di quello che ho imparato da loro. Questo è tutto quello che serve.

I sette livelli del controllo del dolore dopo l’intervento.

Ascoltando i miei pazienti, ho sviluppato un approccio a sette livelli per la gestione del dolore dopo l’intervento.

1. Discuto sempre la programmazione dolore prima della chirurgia: se i pazienti sanno che mi preoccupo del loro dolore, sono molto meno preoccupati.

2. I pazienti prendono un antinfiammatorio di nuova generazione e un analgesico puro la mattina del giorno dell’intervento, prima di essere operati.

3. Cerco di eseguire la chirurgia nella maniera meno dolorosa, questo significa rispettando tessuti nel modo più attento possibile.

4. Eseguo un’infiltrazione nell’area chirurgica dopo la procedura negli interventi tradizionali. In questo modo il paziente non sente dolore nelle prime ore dopo l’intervento e questo fa sì che prenda anche meno medicine per il controllo del dolore in reparto.

5. Dopo la chirurgia i pazienti prendono una compressa al giorno di antinfiammatorio che abbiano o non abbiano dolore. Questo mantiene un livello minimale di antinfiammatori nel sangue che previene l’insorgenza del dolore ancor prima che si verifichi.

6. Parlo con tutti i miei pazienti dopo la chirurgia per sentire come stanno e per essere sicuro che stiano seguendo le indicazioni nella maniera corretta: questo risolve tutti i fraintendimenti e la maggior parte dei problemi.

7. Chiedo sempre paziente come è andata la gestione del dolore quando ritornano per la visita di controllo e lo annoto sulla loro cartella. Questo mi permette di sapere com’è andata ed imparare da loro una migliore gestione di questo aspetto.

Ferite chirurgiche

Come gestire le ferite dopo  l’intervento chirurgico

Punti di sutura: quando vengono utilizzati punti riassorbibili

Chiudo la maggior parte delle ferite dopo l’intervento con punti riassorbibili perché ha diversi vantaggi. Non da ultimo quello che i punti cadono da soli quando la ferita è guarita. Non c’è bisogno di toglierli.

Quella dei punti riassorbibili è una soluzione possibile sia per le piccole ferite degli interventi in artroscopia, sia per le ferite più grandi degli interventi di protesi. Le revisioni complesse delle protesi possono ancora invece avere la necessità di essere chiuse mediante punti di sutura metallici o non riassorbibili.

punti riassorbibili ferite chirurgiche

Gestione e Medicazione di una Ferita Chirurgica

La gestione della ferita dopo l’intervento chirurgico è semplice: alla dimissione uscirete dall’ospedale con un cerotto che nel caso delle protesi non dovrete mai cambiare. Si tratta di medicazioni avanzate che mantengono un ambiente ideale per la guarigione della ferita e che permettono di capire dall’esterno se ci sono dei problemi profondi. Per le artroscopie invece dovrete cambiare ogni 3-4 giorni passando un po’ di disinfettante sulla ferita (Betadine, Cytrosil, Bialcol…).

Come e quando lavare una ferita chirurgica?

Le ferite non devono essere bagnate. Se si fa la doccia vanno coperte con qualcosa di impermeabile (ad esempio pellicola per alimenti). Dopo 10 giorni le piccole ferite delle artroscopie possono essere lavate sotto la doccia (NON facendo il bagno!) e poi asciugate perfettamente al termine, disinfettate e ricoperte con il cerotto. Le ferite delle protesi invece non andranno mai toccate per 3 settimane e saremo noi in reparto a farlo controllando che tutto vada bene.

Reazioni visibili attorno ai punti sottocutanei

A volte può succedere che diventino visibili delle vescicole con delle suture blu che spuntano dalla ferita. Non è un problema. Significa solo che il vostro corpo sta liberandosi dei punti espellendoli invece che riassorbendoli. Non preoccupatevi.

Ecco un’immagine tratta da Wikipedia di un ascesso sterile. Una classica reazione da corpo estraneo che può verificarsi intorno ai punti di sutura.

ascesso sterile ferite chirurgiche

Il materiale verde è il punto. Il materiale scuro è costituito da tante cellule giganti, che appaiono al paziente simili al pus. Le cellule rosa sono cellule muscolari.

Se vi accorgete quindi che i punti affiorano dalla ferita quindi, non preoccupatevi. Il vostro corpo assorbirà la parte profonda, quella superficiale potete lavarla con acqua e sapone finché verrà lavata via.

Al contrario una vera infezione si manifesta con dolore, arrossamento della pelle e secernente liquido in maniera continua. Se qualcosa della ferita vi preoccupa chiamatemi e la controllerò durante la visita.

Le infezioni del sito chirurgico sono fortunatamente molto rare.

Punti di sutura riassorbibili: quando cadono da soli?

I punti di sutura riassorbibili sono dei fili che vengono digeriti dal nostro sistema immunitario nel tempo. Il tempo del riassorbimento è un po’ variabile a seconda del tipo e della dimensione del filo, oltre che a seconda della capacità del nostro sistema immunitario.

Generalmente in 2 settimane per le ferite più piccole e in 3 settimane per le più grandi i punti saranno riassorbiti.

Cosa vuol dire quando i punti prudono?

Punti di sutura che prudono? I punti riassorbibili generano un processo infiammatorio e una reazione interna che serve a digerirli. Questo combinato all’effetto della cicatrizzazione porta a prurito. Se la ferita prude senza alcuna secrezione e con un solo modesto arrossamento è una cosa assolutamente normale che non deve destare alcuna preoccupazione.

Quando dobbiamo preoccuparci per una infezione della ferita?

Una ferita infetta sarà una ferita che fa fatica a guarire completamente e che continua a provocare una secrezione. Le secrezioni di ferita specialmente nel caso di un intervento di protesi devono allarmare in quanto una secrezione prolungata può favorire il passaggio di germi in profondità. Un’infezione che scende in profondità fino alla protesi è una cosa da temere perché può mettere a rischio la salute dell’impianto protesico.

Ma come faccio a vedere come sta la ferita con la medicazione avanzata?

Da molti anni ormai dopo un intervento chiurgico di protesi siamo soliti mettere, dopo aver suturato la ferita chirurgica con punti interni riassorbibili, un cerotto di medicazione avanzata.

Il giorno dell’intervento infatti in sala operatoria con il campo sterile ancora integro, verrà posizionato il cerotto occlusivo a protezione della ferita. Queste medicazioni avanzate sono antibatteriche e permettono di non toccare più la ferita per le tre settimane necessarie alla sua guarigione.

Ma se la ferita è sempre coperta come si fa a controllare la guarigione? Di fatto la ferita chirurgica può avere solo una condizione che necessita di osservazione continua: la secrezione. L’unica cosa che bisogna sapere è se la ferita butta liquido o sangue. Di fatto il cerotto è fatto apposta per essere trasparente e fare vedere subito se ci sono delle secrezioni profonde.

In caso vediate una macchia sul cerotto dovete fare così: prendete un pennarello indelebile e marchiate i contorni della macchia sul cerotto. Se la macchia si allarga raddoppiando in un giorno dovete venire a controllo per la visita medica. Altrimenti potete aspettare la visita di controllo senza problemi.

In caso di ferita che butta vi sarà ordinato di stare a riposo e sospendere la fisioterapia per permettere una buona guarigione della ferita chirurgica.

La presenza di aderenze sotto la ferita chirurgica

La sutura delle ferite di una protesi richiede una riparazione di più strati dalla capsula articolare alla superficie cutanea. Questi strati vengono ovviamente suturati in  maniera separata per poter garantire il reciproco naturale scivolamento tra strutture diverse per garantirne la loro funzionalità. Nel processo di guarigione però il naturale sanguinamento dei tessuti favorirà l’appicicarsi tra loro dei tessuti. Questo fenomeno è alla base della formazione delle aderenze. A ferita guarita tale fenomeno può essere ridotto con manipolazioni della ferita chirurgica da parte del fisioterapista. Anche il paziente stesso può aiutare mediante massaggio della ferita con semplice crema idratante più volte al giorno.

Ferita chirurgica: si può prendere il sole?

Il sole sulla ferita è una domanda molto comune tra i miei pazienti. Di fatto il sole a guarigione ultimata non comporta particolari problemi. Si tratta però di un fatto estetico: prendere il sole sulla ferita nel primo anno dopo l’intervento causa una colorazione della stessa come se fosse un tatuaggio. Chi è interessato all’aspetto estetico dunque farà bene a fare molta attenzione a questo aspetto proteggendo con crema solare oppure coprendo con appositi indumenti la ferita.

Come rendere più bella la ferita dal punto di vista estetico

Il risultato estetico della ferita dipende da diversi fattori. Il 40% dipende dal chirurgo che deve prestare attenzione alla posizione della ferita e alla sua accurata sutura meglio se con punti interni. Il secondo 40% dipende dalla genetica del paziente. Alcuni pazienti tendono per natura ad una cicatrizzazione ipertrofica detta cheloide su cui il chirurgo purtroppo non ha modo di interferire. Il restante 20% dipende da alcune accortezze che possono esser utilizzate: colla e steri strip sulla ferita per mantenere la pelle più priva possibile di trazione durante la guarigione sono un esempio. A guarigione avvenuta un miglioramento può inoltre essere ottenuto mediante gel a silicone che mantengano idratata e stabile la ferita. Esistono prodotti estremamente validi in commercio tra i quali io consiglio ai miei pazienti il Dermatix gel.

Recupero dopo l’intervento

Il recupero dopo l’intervento. Consigli pratici.

Il vostro recupero post-operatorio è una parte essenziale dell’intero processo che dalla chirurgia vi porterà fino al ritorno della vostra vita normale.

Il vostro recupero mi sta a cuore e so che è altrettanto importante per voi. Nel momento in cui avete deciso di operarvi, abbiamo discusso anche i tempi i tempi e i modi della vostra riabilitazione, ma voglio comunque lasciarvi alcune linee guida scritte che penso possano aiutarvi nel percorso.

Linee guida per il recupero dopo l’intervento.

La sera stessa dell’intervento, alla fine della mia seduta operatoria, salirò in reparto a farvi visita per spiegarvi nel dettaglio l’intervento che avete avuto e le prospettive future. Non sarete abbandonati a voi stessi e avrete un corso di visite di controllo in cui seguirò direttamente il progredire del vostro recupero.

Per ora vi lascio alcune indicazioni generiche per avere un decorso post-operatorio più sereno possibile.

1. la gestione del dolore

Il dolore è solitamente una delle preoccupazioni principali dei pazienti. Lo so e lo capisco. La gestione del dolore sta molto a cuore anche a me. Mi interesso da anni di questo problema e ho modulato le terapie sulla risposta che ogni giorno ho dai pazienti che ho già operato. C’è un articolo apposta in questo sito che illustra la mia strategia per il controllo del dolore. L’uso di anestetici intorno alla ferita o di blocchi nervosi periferici faranno si che sentiate la sede dell’intervento insensibile per molte ore dopo l’intervento. Questo è proprio il risultato che ricerchiamo: “se non sento l’arto non sento dolore”. Questo fatto non deve allarmarvi.

2. terapia antinfiammatoria

Avrete una terapia antinfiammatoria da prendere comunque, anche se non sentite dolore, nelle combinazioni che vi saranno illustrate in sede di dimissione. E’ molto importante rispettare il protocollo così come vi sarà prescritto.

3. precauzioni specifiche

Ci sono delle precauzioni specifiche per ogni articolazione operata: gli operati alla spalla fanno bene a dormire con la schiena sollevata in posizione semiseduta; gli operati al ginocchio devono stare con la gamba distesa (non mettete nulla dietro al ginocchio). Vi verranno spiegate in dimissione queste strategie.

4. visita di controllo

La prima visita di controllo verrà subito programmata e sarà annotata sulla lettera di dimissione: abbiate cura di chiamare lo studio per prenotarla.

5. medicazione

La medicazione va mantenuta pulita e asciutta. Potete usare delle protezioni impermeabili per farvi una doccia. Al termine sostituirete i cerotti che saranno umidi. E’ buona norma non cambiare i cerotti tutti i giorni. La ferita può essere medicata ogni 3-4 giorni senza alcun problema passando sulla ferita un po’ di disinfettante (Betadine, Cytrosil, Bialcol ecc). Trovi un articolo su questo sito per la gestione delle ferite. Un po’ di gonfiore e rossore è normale. Se avete molto arrossamento, gonfiore e fuoriuscita di liquido dalla ferita, potrebbe non essere normale e potrebbe significare che avete un’infezione.  Se siete nel dubbio chiamatemi per avere un consulto.

6. febbre dopo l’intervento

Una febbre sopra 38,5°C non è normale. Se vi sentite la febbre provatela con il termometro. Se supera tale temperatura stabilmente chiamatemi.

7. ematomi

E’ molto comune la presenza di ematomi.

8. ritorno alla vita normale

Ritornate alle vostre attività normali solo quando vi verrà detto che potete farlo.

In questo elenco ho provato a rispondere alle domande più comuni che i miei pazienti mi fanno abitualmente. Certamente non posso riuscire a coprire la totalità delle situazioni possibili. Un buon criterio è usare la vostra logica: le complicazioni sono rare, quelle gravi sono molto rare. Se ne avete bisogno è meglio una chiamata in più che restare nel dubbio e nella preoccupazione. Se avete bisogno di chiamare, fatelo possibilmente in orari di ufficio in giorni lavorativi.

Checklist prima dell’intervento

Come prepararsi prima dell’intervento chirurgico

Checklist per il giorno del prericovero

Il giorno del prericovero:

  1. verranno eseguiti tutti gli accertamenti che sono necessari per essere operati in sicurezza (normalmente elettrocardiogramma, prelievo per esami del sangue, radiografie e visita anestesiologica;
  2. verrà redatta la cartella clinica ortopedica con un medico del gruppo. Vi verranno chieste informazioni a proposito dei farmaci che assumete abitualmente, degli interventi chirurgici subiti, delle malattie avute.

Ecco cosa deve portare con sè quando verrà al pre-ricovero:

• LETTERE E CERTIFICATI DELLO SPECIALISTA curante, in particolare le più recenti.
• Esami radiologici relativi alla patologia in corso (RADIOGRAFIA, RISONANZA MAGNETICA, TAC o altro).
• Qualora l’abbia compilato e firmato allo studio dello specialista il foglio del CONSENSO INFORMATO all’intervento.
• tutte le medicine che Lei assume, piuttosto che una lista portare le CONFEZIONI STESSE DELLE MEDICINE
• documentazione relativa ad OGNI ALTRA MALATTIA in atto o passata, specie se importante 
PER GLI ALLERGICI: è molto importante sapere a quali farmaci lei è allergico ed altrettanto importante sapere quali farmaci ha assunto senza reazioni, in particolare tra gli antibiotici e tra gli antiinfiammatori, pertanto:
• FARMACI A CUI LEI E’ ALLERGICO
• ANTIBIOTICI CHE HA ASSUNTO SENZA REAZIONI AVVERSE
• ANTIINFIAMMATORI CHE HA ASSUNTO SENZA REAZIONI AVVERSE

Checklist per il giorno dell’intervento

Il giorno dell’intervento:

  1. Non mangiate o bevete nulla dopo la mezzanotte il giorno prima dell’intervento. Sono incluse tutte le bevande: acqua, caffè, bibite… Lo scopo è essere certi che nel vostro stomaco non ci sia nulla al momento della chirurgia. L’anestesia rilascia i muscoli che mantengono le secrezioni acide dentro il vostro stomaco. Se mangiaste o beveste qualcosa, potrebbe lasciare il vostro stomaco per entrare nei polmoni. Se pensate che potreste dimenticarvi questa cosa, annotatevelo in cucina, sul frigo o in qualunque posto pensiate che possa servire per ricordarvelo. L’unica eccezione sono le terapie mediche che prendete abitualmente la mattina: il vostro anestesista il giorno del pre-ricovero vi dirà quali dovete assumere con un dito d’acqua la mattina dell’intervento.
  2. Per favore lavate con cura la sede dell’intervento.
  3. Se volete potete marcare con un pennarello l’articolazione che deve essere operata. In ogni caso se non lo farete sarà comunque controllato e fatto in reparto per evitare errori di lato.
  4. Per favore informateci se prendete medicine che fluidificano il sangue come il Coumadin o altri o se avete notato una vostra particolare facilità al sanguinamento e agli ematomi. Allo stesso modo comunicateci se avete avuto trombosi venose o trombo-flebiti nel passato.

Sicuramente ho risposto a tutte le vostre domande in ambulatorio e abbiamo discusso tutte le opzioni di cura, il tipo di chirurgia e i suoi rischi. Avrete anche un consenso informato in reparto da firmare che riassume tutto quello che ci siamo detti. Sicuramente ci sarà il tempo di vedersi ancora prima dell’intervento in ospedale. Se avete qualsiasi dubbio che vi siete dimenticati di chiedermi, annotatevelo e domandatemelo. E’ importante affrontare l’intervento con le idee chiare e senza nessun dubbio sul percorso intrapreso.

 

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