Per anni ci siamo interrogati su come fare ad ottenere un recupero più possibile rapido dopo un intervento chirurgico come la protesi di spalla, la protesi di anca o la protesi di ginocchio. Semplice: non bisogna fermarsi mai. Se non perdiamo la funzione, non dobbiamo poi preoccuparci di recuperarla. Vediamo come è possibile riuscirci con la mobilizzazione precoce.
Dopo un intervento di protesi bisogna stare a letto
Questa tradizione è tramandata da anni di ortopedico in ortopedico. Ma è vero che immobilizzarsi a letto aiuta a guarire più in fretta e meglio. La risposta è no. Questo è uno dei più grandi falsi miti esistenti in chirurgia ortopedica. Tutt’altro: tanto più ci blocchiamo, tanto più difficile sarà il recupero dopo l’intervento.
Il principio del mantenimento della funzione
Se rimaniamo funzionali dal giorno stesso dell’intervento non dovremo mai faticare per recuperare la funzione, dato che non l’abbiamo persa. Sembra banale, ma fare capire questo richiede una rivoluzione culturale. In sala operatoria noi testiamo il movimento al termine della chirurgia: la protesi di spalla di anca o di ginocchio funziona da subito per garantire il massimo della funzione. Allora perchè perdere quanto è già immediatamente acquisito in sala operatoria?
Il movimento riduce il rischio di trombosi venosa
Gli interventi maggiori di ortopedia come le protesi, hanno un rischio associato di sviluppare una patologia pericolosa detta trombosi. Si tratta della formazione di coaguli di sangue nelle vene. Una delle strategie più efficaci per riuscire a controllare questo rischio è la mobilizzazione precoce. Muovere le articolazioni significa fare circolare il sangue. Il sangue che circola non coagula nei vasi, quindi le trombosi non avvengono. Per questo nella nostra strategia preventiva le nostre protesi camminano poche ore dopo l’intervento, le protesi di spalla da subito rimuovono il tutore 3 volte al giorno per fare esercizi di mobilizzazione.
Il controllo del dolore è un fattore essenziale per la mobilizzazione precoce
Un requisito fondamentale per mobilizzare presto i pazienti consiste proprio nel non fare sentire il dolore dopo l’intervento. Nella nostra struttura seguiamo un protocollo Fast Track che ha come obiettivo il completo controllo del dolore con tecniche pre-operatorie, intra-operatorie e post operatorie. Tutto questo con un solo obiettivo: muovere subito per non perdere la funzione e per prevenire le complicanze in particolare la trombosi.
La mobilizzazione precoce ha solo vantaggi
Nonostante ci sia l’abitudine a mantenere fermi i pazienti dopo un intervento di protesi di ginocchio o una protesi di anca o una protesi di spalla, la letteratura moderna indica che in ogni caso esaminato la mobilizzazione precoce ha prodotto meno rischi per il paziente, un recupero rapido della funzione, un ridotto tasso di trombosi. In ognuno dei nostri interventi l’obiettivo resta sempre e comunque una mobilizzazione precoce per raggiungere prima il risultato.
Un protocollo multimodale per raggiungere l’obiettivo in sicurezza
Il risultato di una mobilizzazione precoce del paziente operato si ottiene solo se la preparazione del paziente è completa. La preparazione passa per tanti diversi fattori: la lezione pre-operatoria, il controllo del dolore, il controllo del sanguinamento e la presenza di stimoli efficaci per il paziente. Con tutto questo insieme l’obiettivo risulta facilmente raggiungibile a tutto vantaggio del recupero rapido secondo le tecniche di fast track che da tempo pratichiamo nella nostra struttura.
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