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Artrosi spalla: 5 sintomi che fanno sospettare in questa direzione
Un’artrosi di spalla è una malattia che provoca una perdita della cartilagine nell’articolazione. La cartilagine è quel rivestimento liscio che permette di far muovere le nostre articolazioni senza dolore. Sono due le ragioni che fanno perdere la cartilagine nell’articolazione della spalla: una rottura cronica della cuffia dei rotatori oppure un sovraccarico legato alla conformazione della propria spalla.
L’importante è affrontare il dolore alle spalle preparati, meglio ancora prima che si presenti. Esistono trattamenti efficaci per prevenire o curare l’artrosi con artroscopia o protesi. Vediamo allora quali sono i 5 sintomi più frequenti che possono farvi pensare di soffrire di artrosi di spalla.
1) Dolore meccanico ai primi movimenti
Il sintomo prevalente dell’artrosi di spalla è il dolore nei primi movimenti. Dopo un periodo di immobilizzazione il liquido articolare che normalmente lubrifica le articolazioni si riduce. Il primo movimento provoca un attrito doloroso, che poi può sciogliersi via via che la spalla viene utilizzata. Questo sintomo è precoce ed è dunque un buon campanello d’allarme per sospettare un’artrosi.
Scendiamo un po’ più nel dettaglio di questa spiacevole situazione. La cosa più tipica che chi soffre di perdita della cartilagine riferisce è che dopo un periodo di riposo che può essere stare sul divano a leggere oppure dopo essere stati fermi in una posizione a guardare la televisione, quando si ricomincia a usare il braccio il dolore si fa sentire. Il movimento infatti aiuta a diminuire gli attriti nelle aricolazioni malate. Il consiglio è dunque muoversi il più possibile, ascoltando però la propria articolazione. Ognuno di noi dovrebbe trovare quella soglia di movimento corretto che consenta di ridurre gli attriti della spalla senza scatenare un’infiammazione intensa.
2) Rigidità nel movimento
La rigidità della spalla si definisce come una perdita della normale escursione di movimento che contraddistingue l’articolazione. A volte la perdita di movimento è talmente piccola da non notarsi nelle attività quotidiane. Un buon modo per rendersene conto è provare a vedere quanto si arriva con le due spalle a mettere una mano dietro la schiena (allacciarsi il reggiseno o lavarsi la schiena) oppure la fatica che si fa a pettinarsi (che richiede una buona elasticità in extrarotazione).
Ma perché mai l’artrosi di spalla fa perdere elasticità nel movimento? Il fenomeno è sostanzialmente legato a due motivi. Prima di tutto l’infiammazione generata dall’artrosi provoca un dolore che da una parte fa smettere di muoversi, dall’altra lo stato di cronica irritazione dei tessuti fa retrarre la capsula articolare che è l’involucro che tiene unita la nostra articolazione. Sforzarsi dunque a muovere e fare stretching consente di lottare contro questa inesorabile progressione della malattia. Un secondo motivo della perdita di movimento passivo è legato poi alla formazione di osteofiti nell’articolazione. Gli osteofiti sono una deposizione di osso in eccesso nelle nostre articolazioni come tentativo del nostro corpo di allargare la base di appoggio tra le ossa per ridurne il carico. Questo allargamento delle ossa in realtà risulta controproducente per la funzione articolare di fatto ostacolandola.
3) Perdita di forza
Specialmente l’artrosi di spalla legata ad una lesione cronica della cuffia dei rotatori si può manifestare con una perdita di forza a sollevare oggetti anche non molto pesanti sopra il livello delle spalle. Una bottiglia di acqua per esempio, oppure un sacchetto della spesa. La mancanza dei tendini potrebbe rendere difficile anche un gesto quotidiano così semplice.
Spieghiamo meglio cosa significa. La cuffia dei rotatori è un insieme di tendini che servono a stabilizzare l’articolazione per poter muovere la spalla sollevandola. Si tratta di un fulcro stabile perché il deltoide possa permettere il movimento completo dell’articolazione. Spesso però i tendini si guastano nel tempo. Il problema è che molte volte se la rottura del tendine avviene lentamente nel tempo la persona può non accorgersi del cambiamento e trascurare il fatto di avere una lesione. La spalla però comincia a lavorare male e usa per stabilizzarsi l’appoggio della testa omerale sull’acromion che è parte della scapola. Si viene pertanto a creare un attrito dove non dovrebbe esserci e comincia la perdita di cartilagine (artrosi). Nelle fasi iniziali però l’artrosi può non essere ancora causa di dolore. In queste persone può però diventare evidente la perdita di forza dovuta alla mancanza dei tendini della cuffia dei rotatori. Dato che il primo a guastarsi è il tendine sopraspinato, generalmente la forza che si perde è quella legata al sollevamento del braccio. Nei casi più avanzati può diventare impossibile sollevare il braccio per portare il cibo alla bocca. Questo gesto diventa possibile solo sollevando e allargando il gomito. Tale sintomo prende il nome di segno del suonatore di corno.
4) Dolore notturno
A volte l’artrosi di spalla provoca un dolore notturno che risveglia. Si tratta di un’infiammazione cronica provocata da una perdita di movimento o di forza che determina dolore. L’acuirsi del dolore la notte è un chiaro segno di qualcosa che nella spalla non sta funzionando bene e deve sempre allarmare.
Ma perché proprio la notte fa male? Generalmente il motivo consiste nel fatto che si tratta di un dolore infiammatorio. I tessuti infiammati infatti sono molto vascolarizzati e perfusi. La notte c’è un rallentamento di tutte le funzioni compresa quella cardiaca con conseguente rallentamento anche del ritorno del sangue con un ristagno a livelllo anche dei tessuti infiammati. Questa dilatazione dei tessuti accentua il dolore che si fa più intenso. Per questo motivo a chi soffre di dolore notturno intenso viene consigliato di dormire il posizione il più possibile seduta per favorire proprio il deflusso del sangue verso il cuore.
5) Difficoltà di recupero con la fisioterapia
La rigidità della spalla e il dolore sono difficili da risolvere con la comune fisioterapia o la ginnastica. Si tratta infatti di un’usura dell’articolazione che determina, se sollecitata, ulteriore infiammazione e dolore. È difficile inoltre correggere con lo stretching una capsulite causata da un danno artrosico in quanto la stessa artrosi alimenta nuova infiammazione e l’infiammazione nuova rigidità in un circolo vizioso.
La cosa più comune che succede ad una artrosi che viene riabilitata è un alternarsi di alti e bassi, magari con una buona risposta iniziale e poi ricadute di vario tipo con comparsa di dolore e infiammazione intensa. Il peggio avviene quando a limitare la qualità di vita è la mancanza di movimento dovuta alla perdita della normale forma dell’articolazione della spalla. Infatti se ci troviamo di fronte ad un’articolazione che da sferica è diventata quadrata, spingerla per farla muovere non fa altro che aumentare il dolore. Pertanto è sempre sconsigliato iniziare un percorso fisioterapico senza aver fatto prima una chiara diagnosi del problema mediante una visita ortopedica specialistica e un minimo di accertamenti di immagine per visualizzare lo stato dell’articolazione.
Se avete riconosciuto almeno 3 di questi sintomi come caratteristici della vostra situazione, probabilmente avete bisogno di un consulto ortopedico per un’artrosi di spalla. Una visita potrebbe riconoscere e trattare la maggior parte dei vostri disturbi con un netto vantaggio sul dolore che vi fa soffrire.
I rimedi conservativi per il dolore alle spalle
Una volta appurato che sia l’artrosi a causare il vostro dolore alle spalle, il passo successivo consiste nel trovare un rimedio o una cura per il problema. Il primo approccio specialmente per le artrosi lievi della spalla sono le cure senza intervento chirurgico che noi chiamiamo rimedi conservativi.
Primo rimedio dell’artrosi alla spalla: mantenere l’elasticità
L’artrosi porta alla limitazione del movimento passivo. La prima cosa da fare è cercare che questo non avvenga. Le modalità possono essere varie ma tutte hanno lo scopo di allungare le articolazioni con lo stretching. Che sia il pylates, il gyrotonic o semplici sessioni di stretching poco importa. L’importante è mantenere sempre in movimento l’articolazione. Con il tempo troverete il vostro percorso personale e il vostro limite per aiutare l’articolazione a raggiungere il suo massimo.
Secondo rimedio per l’artrosi spalla: mantenere la lubrificazione
Le nostre articolazioni si nutrono mediante un liquido articolare ricco di lubrificante. Questo lubrificante si chiama acido jaluronico ed è il principale nutriente delle cartilagini. Nelle artrosi la produzione endogena di acido jaluronico viene a scarseggiare innescando un circolo vizioso di degenerazione. Da tempo ormai è possibile fornire mediante punture l’acido jaluronico alle articolazioni con un ruolo immediato di lubrificazione oltre che con uno stimolo naturale all’articolazione. Nella spalla esistono acidi jaluronici specifici che giocano questo ruolo. E’ molto importante poi nell’artrosi che l’acido jaluronico venga instillato direttamente dentro l’articolazione per ottenere l’effetto voluto. Per aumentare l’accuratezza l’infiltrazione deve avvenire sotto guida ecografica.
Terzo rimedio per l’artrosi di spalla: trovare il proprio limite e non superarlo
Nelle patologie degenerative purtroppo non esiste una cura che permetta di guarire. Esistono modi per stare meglio. Tra questi metodi esiste il più importante di tutti: imparare a conoscersi ed adattarsi ai limiti che pongono le nostre nuove articolazioni. E’ importante dunque imparare a conoscere quali esercizi possono tollerare le nostre spalle quali no. Se possiamo svolgere alcune attività domestiche o sportive oppure no. E adattarsi di conseguenza per cercare di non sovraccaricare o infiammare le nostre articolazioni già malandate.
Le cure chirurgiche per l’artrosi alla spalla
Quando tutti i rimedi conservativi falliscono, esiste sempre la possibilità della chirurgia. Nell’artrosi si parla di sostituire l’articolazione con una protesi di spalla perché questa possa funzionare al meglio senza gli attriti dolorosi causati dall’artrosi. A seconda del tipo di artrosi che ci affligge il rimedio potrà essere una protesi anatomica o una protesi inversa.