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Questo sintomo può essere correlato ad una particolare forma di artrosi.
I problemi legati al consumo delle spalle sono spesso sottovalutati dal paziente per diversi motivi.
Il primo e più semplice fattore è legato al fatto che non camminiamo sulle mani. Sembra una cosa buffa da dire, ma è esattamente il motivo per cui permettiamo alle nostre spalle di ammalarsi così gravemente di artrosi prima di cercare l’attenzione di uno specialista.
Normalmente concediamo molte più attenzioni alle nostre ginocchia dato che ci camminiamo sopra ogni giorno: è come se ad ogni passo qualcuno ci ricordasse che qualcosa non funziona e che dobbiamo muoverci per fare qualcosa. Invece la spalla è diversa e la patologia specialmente nell’anziano è parecchio insidiosa.
L’artrosi si manifesta lentamente
Lentamente ogni giorno la spalla diventa un po’ meno brillante nei movimenti e si trovano dei compensi per continuare ad usarla in modo diverso. Non è raro vedere persone con gravi limitazioni funzionali che hanno praticamente sostituito nelle attività la spalla destra con quella sinistra. Giorno per giorno hanno semplicemente smesso di utilizzare la spalla malata, facendo tutto con quella opposta. E’ il motivo per cui spesso ci si accorge del problema quando la spalla buona smette anche lei di funzionare come deve, oppure quando il dolore non fa più respirare.
Ma cosa succede nelle spalle con questi sintomi? Come mai queste articolazioni sviluppano un’artrosi così grave in maniera così lenta? In questo articolo cercheremo di spiegare semplicemente i meccanismi che causano questo problema.
Come è fatta e come funziona la spalla
Il motivo risiede nell’anatomia normale della spalla. L’ articolazione è costituita da una sfera che si muove su una superficie piana. Per essere stabile nei movimenti ha bisogno di un aiuto che viene solo in parte dai legamenti che devono consentire una certa elasticità per permettere ampie escursioni di movimento. Il ruolo predominante viene invece svolto dai tendini che prendono il nome di cuffia dei rotatori. Questi tendini hanno il ruolo chiave di stabilizzare la sfera omerale nei movimenti al di sopra del livello del volto. E questo lavoro lo svolgono in maniera dinamica, orchestrando con disarmante semplicità un gioco di fini regolazioni che avvengono in maniera continua durante il movimento del braccio.
L’usura dei tendini fino alle lesioni della cuffia dei rotatori può portare all’artrosi
Immaginiamo quindi a quale usura siano sottoposti dei tendini che da soli devono controllare la stabilità di un’articolazione intrinsecamente instabile come la spalla. Se le cose non funzionano come dovuto il meccanismo si inceppa e l’usura porta a sfilacciare e rompere completamente questi tendini a partire dal sovraspinato. Il risultato: artrosi eccentrica della spalla. Cerchiamo insieme di capire cosa sia questa cosa che suona così complessa nel suo nome.
L’artrosi della spalla legata alle rotture della cuffia dei rotatori
L’artrosi eccentrica della spalla è il consumo della cartilagine (artrosi) dovuta al funzionamento non centrato della spalla (eccentrica). Quando la spalla non rimane centrata nella sua posizione naturale avviene una risalita della testa dell’omero non contrastata dall’azione naturale dei tendini. Il braccio trova un arresto soltanto appoggiandosi sull’osso della scapola detto Acromion.
In pratica invece che trovare il morbido supporto di un tendine, la cartilagine si trova a sfregare in maniera anomala contro una superficie dura e rigida. Nel tempo lo sfregamento corrode la cartilagine portando un’usura progressiva fino alla perdita completa del rivestimento detta Artrosi. Il primo effetto dell’artrosi è la percezione del dolore e di alcuni rumori detti scrosci articolari. Finchè questo meccanismo regge si tratta solo di controllare il dolore, ma i movimenti della spalla sono comunque garantiti.
Dall’artrosi alla spalla pseudoparalitica
Con il progredire del tempo questo meccanismo di compenso può alterarsi. Il cedimento delle strutture anatomiche arriva a non consentire più una stabilizzazione adeguata. Si arriva pertanto a quella che viene definita spalla pseudoparalitica. Un altro termine apparentemente difficile. Si tratta semplicemente di una spalla che non riesce più a sollevarsi nei comuni gesti quotidiani portando a dipendere da altre persone per le cose più semplici. Il motore della spalla funziona, ma manca una stabilizzazione che consenta di avere il cosiddetto “fulcro stabile”. Non si tratta infatti ovviamente di una paralisi del braccio, ma di una apparente perdita di forza. Da qui il termine pseudoparalitica (pseudo = falsa paralisi).
La risoluzione del problema: la protesi inversa di spalla.
Cosa fare allora quando la spalla non riesce più a muoversi e il dolore diventa all’ordine del giorno? Esiste un’alternativa di successo al problema e consiste nel sostituire l’articolazione malata con una artificiale che prende il nome di protesi inversa di spalla. Altro nome difficile che può essere facilmente compreso.
Una protesi è un metodo artificiale che consiste nel cambiare un’articolazione danneggiata con una nuova. Il più delle volte gli ingegneri studiano protesi che cercano di replicare esattamente la forma normale dell’articolazione. Ma in questo caso la forma normale non permetterebbe una funzione adeguata. Ricordiamoci che il problema principale in questo caso è dipendente da una perdita dei tendini.
L’idea di Grammont per risolvere l’artrosi.
Un chirurgo francese chiamato Paul Grammont sviluppò l’idea di cambiare l’anatomia della spalla invertendola per dare un fulcro stabile. Il movimento diventa indipendente dall’azione dei tendini della cuffia dei rotatori ormai danneggiata. Da questa idea sono nate tutte le protesi moderne che consentono un recupero della funzione e della forza in tutte le principali attività quotidiane con grande soddisfazione per il paziente che aveva dovuto abituarsi a stare senza l’uso del braccio per non avere dolore.
Il messaggio per tutti quelli che soffrono di artrosi alla spalla.
Per tutti i pazienti che hanno perso l’uso della spalla per il dolore e la mancanza di forza, esiste una soluzione efficace che permette di recuperare l’uso del braccio cambiando artificialmente l’anatomia della spalla. Per sapere se questo intervento fa il caso vostro basta una visita specialistica dal chirurgo della spalla con una radiografia standard della spalla. Troverete una valida risposta al vostro problema.
Hai dolore alla spalla e non sai se si tratta di artrosi? Puoi capirlo cercando i 5 sintomi più comuni.
Per approfondire con un articolo scientifico sulla protesi inversa di Paul Grammont potete seguire questo link.