Protesi di spalla: obiettivo tornare alla normalità

La protesi di spalla anatomica deve essere la prima scelta

La protesi di spalla è un intervento che può rendersi necessario di fronte ad un consumo dell’articolazione di grado avanzato che provochi un grave disturbo nelle attività di tutti i giorni. Negli anni i risultati di questo intervento si sono mostrati sempre più affidabili, consentendo a molte persone di tornare a condurre una vita normale.

Indicazioni della protesi di spalla: anatomica o inversa

Nel tempo si sono anche delineate delle linee guida per la scelta del tipo di impianto. Ogni volta che i tendini siano irreparabilmente danneggiati è consigliato l’impianto della protesi inversa, mentre quando i tendini sono normali la scelta cade su un impianto anatomico. Il risultato in termini di recupero del movimento più simile possibile a quello normale, la protesi anatomica è di gran lunga superiore alla protesi inversa.

Facilità del recupero e risultati a distanza

Alcuni fattori collaterali hanno però portato molti chirurghi a scegliere un impianto non anatomico anche quando i tendini sella cuffia dei rotatori sono presenti in considerazione di due fattori. La facilità del recupero post-operatorio nelle protesi inverse e la paura che una cuffia intatta in un paziente anziano possa non essere funzionale. Si aggiungono anche dei dati molto incoraggianti sulla sopravvivenza dell’impianto inverso di epoca moderna.

Dobbiamo abbandonare dunque l’impianto anatomico?

Le statistiche parlano chiaro: la protesi anatomica in pazienti anziani con tendini integri ha risultati ottimali in termini di punteggi sia di soddisfazione soggettiva del paziente sia di parametri oggettivi. Smettere di impiantarla solo per timore di fallimenti sarebbe un errore. Ne ha parlato recentemente il dottor Gilles Walch, maestro mio e di intere generazioni di chirurghi della spalla, durante il Barcelona Shoulder Course 2018. La giusta selezione del paziente e la corretta tecnica chirurgica devono essere la guida per impiantare sempre più frequentemente protesi anatomiche, quando sia ovviamente possibile.

Il paziente ideale per la protesi anatomica di spalla

I criteri di selezione sono noti e non vanno abbandonati. Le artrosi concentriche che abbiano un consumo dell’articolazione senza risalita della testa omerale sono l’obiettivo. L’indagine TAC è essenziale per valutare la possibilità dell’impianto. L’analisi TAC permette in previsione di un impianto protesico di valutare parametri fondamentali. Confermare l’integrità della cuffia valutando l’atrofia grassa dei ventri muscolari della cuffia dei rotatori. Valutare il tipo di usura ossea per correggere ove possibile inclinazione e versione della glena. Se sei interessato ad approfondire tutte le opzioni di trattamento esiste puoi guardare la pagina dedicata all’artrosi della spalla.

Il posizionamento della glena nella protesi di spalla

Il punto cruciale per la sopravvivenza dell’impianto diventa dunque il corretto posizionamento della superficie glenoidea. La ricerca ci viene incontro dunque con impianti sempre più evoluti che diventano osteointegranti, permettono di correggere deficit di orientamento e permettono di ospitare innesti di osso dove necessario per colmare difetti altrimenti incolmabili con la tecnica di preparazione.

Messaggio finale per i pazienti che devono essere operati di protesi di spalla

La protesi di spalla non è una sola. Esistono differenti tipologie e differenti tecniche per adattare la chirurgia alle necessità del paziente. E’ fondamentale sviscerare il problema prima di operarsi per capire veramente quale sia la scelta ottimale. In particolare bisogna chiedersi se i propri tendini della cuffia dei rotatori siano integri oppure no. Già dalla radiografia ci può essere un’idea per il tipo di consumo. L’esame TAC diventa poi fondamentale per chiarire lo stato dei muscoli della cuffia dei rotatori. Il passaggio successivo è la stima dei difetti ossei. Dove ci sia un difetto osseo correggibile bisogna prepararsi ad affrontarlo. Difetti ossei maggiori potranno invece far propendere per impianti differenti.

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