La spalla congelata o capsulite adesiva: come risolverla

La spalla congelata è una patologia che determina la perdita del normale movimento della spalla bloccandola come se si congelasse. Il termine è anglosassone ed è la traduzione di “frozen shoulder”.
In Europa è più comune parlare di capsulite adesiva perché è stata così descritta dai francesi che vogliono ben evidenziare la vera sede del problema: la capsula articolare.

Vediamo di analizzare questa comune problematica della spalla.

Cosa significa spalla congelata o capsulite adesiva

La spalla congelata o capsulite adesiva della spalla è una infiammazione dell’involucro dell’articolazione della spalla detto capsula.
Questa infiammazione acuta causa un dolore molto intenso che poi si trasforma in un ispessimento della membrana che invece di rimanere sottile ed elastica diventa spessa e dura. Come conseguenza diretta il movimento si blocca. Dopo una prima fase di dolore acuto si passa ad una fase in cui la perdita di movimento diventa prevalente mentre il dolore si attenua.

Spalla congelata: cause

Perché viene la spalla congelata? A questa domanda non esiste una risposta. Spesso si parla di spalla congelata o capsulite adesiva idiopatica, ovvero una patologia non dovuta a cause note. Sono state cercate tante motivazioni senza trovare una netta associazione ma solo fattori predisponenti che possono essere: un trauma, un fattore ormonale legato alla tiroide, un legame con il diabete, una situazione psicologicamente difficile o stressante. Di fatto in poco tempo si passa da una spalla normale ad una spalla iper-dolorosa e rigida.

Come alleviare il dolore

Il dolore nella spalla congelata è veramente intenso e poco propenso a ridursi con le comuni terapie antalgiche. Il consiglio è quello di rivolgersi al medico per avere un buon supporto antinfiammatorio con protezione dello stomaco. Nei casi più intensi una terapia cortisonica può essere di aiuto. Come rimedi naturali spesso il caldo sulla parte posteriore della spalla dà un grande beneficio perché una parte importante del dolore è correlata alle contratture muscolari.

Spalla congelata come dormire

Un altro consiglio può essere quello di non dormire completamente sdraiati, ma usare dei cuscini per assumere una postura semiseduta. Alla peggio si può dormire in poltrona perché la posizione seduta attenua generalmente il dolore. Vale comunque la regola che qualsiasi posizione in cui si sta meglio può essere tenuta senza pericoli.

Curare la spalla congelata

L’approccio alla capsulite adesiva della spalla prevede che più figure si alternino nella sua cura. Il medico sia esso fisiatra o ortopedico ha un ruolo fondamentale: escludere con la visita ed esami strumentali che la rigidità e il dolore siano dovuti ad una causa meccanica importante.

Una volta confermata la diagnosi il medico ha inizialmente un ruolo nel controllo farmacologico del dolore sia sistemico sia locale mediante infiltrazioni ecoguidate della spalla.

Capsulite adesiva: fisioterapia

La vera terapia la fa il fisioterapista dato che nel 90% dei casi con manipolazioni ed esercizi il quadro di rigidità può essere risolto con successo. La fisioterapia nella spalla congelata vera sarà però lunga e questo non deve frustrare il paziente. Si tratta in buone mani di un percorso fisioterapico di almeno 6 mesi.

Capsulite adesiva: intervento

In alcuni casi la fisioterapia può non essere sufficiente. Se dopo mesi di terapia manipolativa non si raggiunge un risultato sperato, è possibile ricorrere alla chirurgia. Si tratta di un intervento chirurgico in artroscopia (con le telecamere) che consiste nel rompere la capsula articolare per liberare la spalla. Si parla di artrolisi artroscopica a 360°. Questa liberazione ottiene un recupero del movimento passivo di circa il 90%.

Tale recupero ottenuto in sala operatoria deve poi essere mantenuto e completato con la fisioterapia perché non si formino nuove aderenze post chirurgiche nel post-operatorio.

Come sbloccare la spalla congelata: manipolazioni in anestesia

Un altro metodo per sbloccare la spalla congelata che non risponde alla fisioterapia consiste nelle mobilizzazioni in anestesia. Si tratta di un ortopedico o un fisioterapista che sotto anestesia forzano la spalla a muoversi su tutti i piani per ottenere la rottura della capsula articolare che causa il problema.

E’ un metodo che sconsiglio fortemente ai miei pazienti e spiego le motivazioni. Il motivo principale consiste nella casualità in cui chi manipola induce rotture di tessuti molli all’interno della spalla. Mi spiego meglio: spingendo la spalla per liberarla non si può essere certi che la capsula articolare si rompa per prima. Potrebbe per esempio cedere uno o più tendini della cuffia dei rotatori invece della capsula. Dal momento che è necessaria una anestesia, di gran lunga preferisco andare a tagliare io la capsula articolare in artroscopia piuttosto che lasciare al caso la sua rottura nelle mani di un manipolatore.

Inoltre nelle manipolazioni esistono complicanze legate alla possibilità specialmente in soggetti osteoporotici di avere fratture ossee durante la mobilizzazione. Tale evenienza si abbassa molto se le mani di chi mobilizza il paziente sono esperte, ma non può essere esclusa a priori. Come evidenziato da una recente metanalisi sulle mobilizzazioni in anestesia, purtroppo l’evenienza delle complicanze è largamente sottovalutata nella letteratura scientifica dato che nessuno studio è mai stato condotto per evidenziare in particolar modo le complicanze legate alle lesioni iatrogene della cuffia dei rotatori.

Conclusioni sulla sindrome della spalla congelata

In  conclusione la spalla congelata o capsulite adesiva è una patologia non pericolosa ma molto invalidante che si risolve nella stragrande maggioranza dei casi con un approccio multidisciplinare tra medico e fisioterapista. Solo occasionalmente servono procedure più invasive come l’artroscopia per risolverla.

Se soffrite di questo problema la terapia sarà lunga oltre 6 mesi ma di sicuro successo. Un approccio integrato sarà utile per fornire un supporto specialmente nella fase del dolore acuto.

 

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