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La lesione di Bankart è il danno più frequente dopo una lussazione anteriore di spalla. Dopo anni di riparazione in artroscopia di questo danno, i risultati della letteratura sembrano incoraggiare verso una maggiore riflessione riguardo al trattamento. Non sempre infatti l’artroscopia sembra essere il trattamento ideale. L’intervento di Latarjet dovrebbe invece essere considerato come opzione in alcune categorie di pazienti.
Lesione di Bankart: come mai si chiama così?
La spalla che esce può diventare un vero problema anche nelle attività quotidiane e non deve essere sottovalutata. Dopo il primo episodio di lussazione traumatica anteriore, i legamenti vengono danneggiati. Il danno è generalmente un distacco dalla parte anteriore della scapola. Il primo chirurgo che descrisse questo danno fu il dottor Arthur Bankart nel 1923. Da allora questa lesione ha preso il nome di lesione di Bankart. Si tratta quindi semplicemente del nome della prima persona che ha descritto il fenomeno.
Lesione di Bankart: perchè non va trascurata
I motivi sono vari. Innanzitutto psicologicamente non potersi fidare della propria spalla diventa un problema grave nella vita quotidiana, anche per i piccoli gesti di vita quotidiana. Esistono pazienti che si lussano girandosi nel letto, sbadigliando o giocando con i propri figli. La seconda considerazione da fare è che la fuoriuscita continua della spalla provoca lesioni croniche di osso, cartilagine e legamenti sempre più gravi. Partendo quindi da un semplice danno legamentoso, possiamo arrivare nelle lussazioni multiple a danni ossei e cartilaginei. Non da ultimo chi pratica sport in solitaria ha un grave rischio a non trattare una lesione di Bankart. Immaginiamo un atleta di windsurf che si lussa in mare aperto oppure un alpinista che si lussa arrampicando. E’ facile immaginare le conseguenze estreme di una lussazione di spalla.
Se vi fosse appena capitata una lussazione di spalla, leggete le 5 cose da fare subito dopo una lussazione per non incorrere in una instabilità cronica.
Le procedure di riparazione della lesione di Bankart
Storicamente due sono gli approcci riparativi per le lesioni di Bankart della spalla in esito di lussazione. La riparazione in artroscopia (che ha soppiantato l’intervento di Bankart originario che prevedeva un intervento classico con il taglio) e la riparazione tradizionale secondo Latarjet. Da anni però ci si sta interrogando sui risultati della riparazione artroscopica della lesione di Bankart, chiedendosi quando sia meglio ricorrere alla Latarjet come alternativa chirurgica.
Fattori di rischio per la riparazione artroscopica della lesione di Bankart
Sono stati dunque identificati sulla base dei risultati degli interventi eseguiti alcune categorie di pazienti che hanno un tasso di fallimento maggiore di altri. Un famoso chirurgo francese ha descritto anche un punteggio che cerca di guidare la scelta dell’intervento da eseguire. Vediamo quali sono i criteri da considerare.
L’ètà del soggetto influenza la recidiva dopo riparazione della lesione di Bankart
L’età sembra essere uno dei fattori cruciali per la recidiva. Tanto più si è giovani, tanto più c’è un rischio di fallimento. Lo spartiacque sembrano essere i 20 anni di età. Questo è un criterio generale e vale anche per il rischio di recidiva dopo un primo episodio di lussazione traumatica della spalla.
Il tipo di sport e il livello a cui si pratica incidono sulla guarigione
Questo criterio è intuibile. Se una persona pratica sport di contatto e se lo fa a livello elevato avrà più rischio di recidiva dopo riparazione della lesione di Bankart in artroscopia. Gli stress e le forze applicate all’articolazione saranno senza dubbio maggiori rispetto allo sportivo amatoriale e agli sport che non prevedono un contatto fisico con l’avversario.
La lassità legamentosa influenza la lesione di Bankart
Questo è un concetto un po’ meno facile. La lassità è una condizione parafisiologica che porta ad avere un’elasticità maggiore del collagene. Si tratta di individui molto snodati che riescono ad assumere posizioni estreme. Questi soggetti anche una volta riparati correttamente in artroscopia continueranno a essere elastici. Questa elasticità potrebbe logorare la riparazione della lesione di Bankart e favorire nel tempo ulteriori episodi.
Presenza di difetti ossei: lesione di Hill-Sachs (difetto osseo di omero) o lesione di Bankart ossea (difetto osseo di glena)
Abbiamo detto che le lesioni croniche o quelle ad alto trauma possono logorare anche l’osso oltre ai legamenti. Se manca la stabilità ossea allora anche la riparazione migliore di una lesione di Bankart è destinata al fallimento. In questi casi è necessario se il difetto è marcato ricostruire l’osso prima di riparare i legamenti, oppure fare in modo che una lesione di Hill-Sachs omerale non sia più in grado di nuocere con il Remplissage.
Nel video qui sotto si vede la tecnica di Latarjet per ricostituire il difetto osseo di glena (scapola). Non è l’intervento di Latarjet originale che io eseguo, ma rende bene l’idea del perché serva a compensare un danno osseo.
Lesione di Bankart: come scegliere il trattamento?
In conclusione dunque la scelta dipende da molteplici fattori e va adattata da caso a caso. Volendo semplificare il tasso di fallimento della riparazione artroscopica della lesione di Bankart si riduce drasticamente sotto il 10% se il paziente ha piu di 20 anni, non pratica sport di contatto, ha un’elasticità normale e non presenta alcuna lesione ossea. In questo caso l’artroscopia è il trattamento ideale perchè poco invasivo e statisticamente risolutivo nella maggior parte dei casi. Quando invece ci troviamo di fronte a pazienti che hanno danneggiato l’osso, sono iper-elastici e praticano sport ad elevato livello il tasso di fallimento può diventare inaccettabile oltre il 35%. Diventa quindi fondamentale passare ad una tipologia di intervento drasticamente differente come la Latarjet che consente risultati a lungo termine largamente superiori al prezzo di una ovvia maggiore invasività.
Bibliografia: Thomazeau H et al, Can we improuve the indication for Bankart arthroscopic repair? Orthop Traumatol Surg Res 2010, 96(8):77-83