Corno posteriore del menisco mediale: segnale alterato in RMN

Cosa significa quando si legge sul risultato di una risonanza magnetica di ginocchio la frase: alterato segnale del corno posteriore del menisco mediale?

Quante parole incomprensibili popolano i nostri esami diagnostici. Affrontiamo alcuni termini molto frequenti per provare a capirci qualcosa. Magari prima della irrinunciabile visita medica con lo specialista.

Il tema di questo approfondimento è la frase alterato segnale del corno posteriore del menisco mediale che può generare alcuni dubbi in chi legge.

Alterato segnale del corno posteriore del menisco mediale

Proviamo a scomporre in termini questa frase. Scomponendo in piccole parti tutto diventa più semplice.

Cosa significa alterato segnale in risonanza?

La risonanza magnetica indaga i tessuti del corpo umano mediante un forte campo mangetico che altera il loro stato e ne valuta la composizione. Quello che viene interpretato dalla risonanza magnetica si chiama segnale. Un segnale alterato è qualcosa di non normale certamente. La composizione del tessuto meniscale non risulta normale quando viene colpita dal campo magnetico.

Cosa è il menisco?

Il menisco è una specie di ammortizzatore fatto di fibrocartilagine. Come consistenza assomiglia un po’ al padiglione auricolare schiacciandolo tra le dita. La forma del menisco è come una ciambella aperta a sezione triangolare. Nella risonanza appaiono proprio con questo aspetto triangolare aperto verso il centro del ginocchio.

Cosa è il corno posteriore?

Una ciambella aperta ha due estremità che sono un po’ appuntite. Queste estremità prendono il nome di corni del menisco. I corni sono due, uno anteriore meno soggetto ad usura e uno posteriore molto più sollecitato. I due corni sono congiunti da una porzione intermedia detta corpo del menisco.

L’interpretazione del referto di risonanza magnetica

Torniamo al nostro referto di risonanza. Se nelle righe leggiamo alterato segnale del corno posteriore del menisco mediale significa che c’è una degenerazione del tessuto meniscale. Generalmente l’alterazione del segnale così riportata non significa rottura. Quando non c’è una rottura si tratta di una manifestazione legata all’invecchiamento del tessuto. La degenerazione potrebbe correlarsi solo parzialmente al dolore al ginocchio e non esserne la vera causa.

Alterato segnale del corno posteriore del menisco mediale: cosa fare in pratica?

Ogni volta che su un referto viene scritto: alterato segnale, degenerazione, non sicuri segni di rottura del menisco non è praticamente mai indicata la chirurgia in quanto si tratta di un naturale invecchiamento del tessuto, non una franca rottura. Il trattamento il più delle volte è conservativo, senza intervento chirurgico. Una combinazione di rinforzo muscolare, terapia infiltrativa e condroprotettori.

Per chi volesse approfondire l’aspetto delle immagini di risonanza può consultare il sito Imaios.com che può aiutare a rendersi conto di come appare l’immagine in risonanza.

L’artroscopia sulle lesioni meniscali deve essere riservata solo alle lesioni traumatiche meccanicamente rilevanti.

Distorsione ginocchio: cosa fare e tempi di recupero

La distorsione di ginocchio è un comune trauma sportivo ed è tra le lesioni più comuni e più dolorose che si possano sperimentare.
Si tratta di un’infiammazione del ginocchio che può essere causata da traumi, come una caduta o un trauma diretto.

Nello sport uno degli infortuni più comuni è la distorsione di ginocchio. Questo trauma può avvenire in diverse circostanze sportive o talvolta anche semplicemente camminando su terreni sconnessi. In qualunque modo accada si tratta di una torsione non normale del ginocchio. Il piede resta solitamente fermo sul terreno, mentre il resto dell’arto inferiore gira. Questo movimento anomalo che fa perdere parzialmente i giusti rapporti tra le articolazioni può essere benigno o causare danni.

In questo articolo esamineremo cosa sono le distorsioni di ginocchio, come riconoscerne i sintomi, come prevenirle e 5 azioni pratiche per tornare velocemente alla normalità.

Anatomia del ginocchio

Per comprendere meglio la distorsione di questa articolazione è importante conoscerne la struttura. Il ginocchio è formato da tre grandi ossa: la tibia, il perone e la rotula. Queste tre ossa sono collegate da diversi legamenti che aiutano a mantenere la stabilità del ginocchio.

I legamenti del ginocchio comprendono il legamento crociato anteriore, il legamento crociato posteriore, il legamento collaterale mediale, il legamento collaterale laterale, il legamento patellare e il legamento del popliteo.

Questi legamenti sono responsabili del movimento e della stabilità del ginocchio. Ci sono anche alcuni muscoli che contribuiscono al movimento e alla stabilità del ginocchio, tra cui il quadricipite, il bicipite femorale e il popliteo. Qui trovi un articolo dedicato all’anatomia del ginocchio.

anatomia ginocchio
Blausen.com staff (2014). “Medical gallery of Blausen Medical 2014”. WikiJournal of Medicine 1 (2). DOI:10.15347/wjm/2014.010. ISSN 2002-4436., CC BY 3.0, via Wikimedia Commons

Mi si è girato il ginocchio: quali possono essere i danni?

1. Stiramento della capsula articolare

Quando il ginocchio si gira, un carico anomalo viene trasmesso alle strutture articolari. La prima cosa che succede è una trazione sulla capsula articolare. La capsula articolare è l’involucro in cui il ginocchio è contenuto. Generalmente un trauma sulla capsula articolare è la prima cosa che si verifica quando il ginocchio si gira. Di solito si tratta di traumi che generano solo infiammazione  dolore, ma che non comportano danni permanenti.

2. Danni ai menischi

Quando il ginocchio si gira – se si va oltre il danno capsulare – sono i menischi che vengono interessati. Anche in questo caso la sollecitazione può semplicemente infiammare il tessuto oppure arrivare a romperlo. Più frequentemente si tratta del menisco interno. Poco frequentemente il menisco esterno.

3. Danni ai legamenti

Va da sé che se la torsione del ginocchio supera una certa intensità, anche i legamenti vengono interessati e possono strapparsi. I legamenti sono proprio quelle funi di ormeggio che mantengono stabile l’articolazione per evitare che  il ginocchio si giri. Se avete percepito un rumore meccanico mentre il ginocchio si gira è molto probabile che un legamento si sia rotto.

Esistono diversi tipi di distorsioni del legamento del ginocchio. La più comune interessa il crociato anteriore.

I sintomi di una distorsione del legamento del ginocchio variano a seconda del tipo di distorsione. Nei casi più lievi, i sintomi possono comprendere dolore lieve, gonfiore e rigidità. Nei casi più gravi si possono avvertire dolore acuto, gonfiore, rigidità e incapacità a muovere il ginocchio.

Un altro sintomo comune di una distorsione del legamento del ginocchio è una sensazione di instabilità, come se il ginocchio stesse per cedere. Inoltre, si possono notare gonfiore e lividi intorno all’articolazione.

4. Danni alla cartilagine

Se la forza con cui il ginocchio si gira è tale da non esser nemmeno smorzata dalla rottura dei legamenti, l’articolazione entra violentemente in contatto portando anche ad un danno cartilagineo. Nella maggior parte dei casi si tratta di un danno con edema osseo sottocondrale, ma a volte è proprio un pezzo intero di cartilagine ad esser guastato.

Distorsione al ginocchio: ecco le 5 cose da fare subito dopo che il ginocchio si è girato

Vediamo in questo approfondimento cosa fare subito dopo una storta al ginocchio e come capire se abbiamo causato qualche danno all’articolazione.

distorsione ginocchio 5 cose da fare subito

Infiammazione e versamento ginocchio: 5 azioni pratiche

1. Prima azione: spegnere l’infiammazione acuta

Qualunque sia il trauma che ha provocato la storta al ginocchio, la prima reazione delle nostre articolazioni è scatenare una reazione infiammatoria. Gran parte dei sintomi dopo una distorsione al ginocchio sono dovuti a questo. Limitarne l’intesità aiuta a stare subito meglio. Un ginocchio meno infiammato si presta anche meglio ad accertamenti di secondo livello come una risonanza magnetica. Un ginocchio meno infiammato si può visitare meglio da parte dell’ortopedico.

Un algoritmo da seguire sempre comprende 4 elementi.

a) Riposo

Permettete alla vostra articolazione di riposare. Potete anche non mettervi a letto completamente, ma evitate di sovraccaricare il ginocchio camminando molto, stando a lungo in piedi o facendo scale. Cercate di mantenere il ginocchio esteso se state seduti o sdraiati. Un modo pratico per imporsi un riposo quando è possibile è rinunciare a tutto quello che richiede di stare in piedi per più di 15 minuti consecutivi o di camminare per più di 20 minuti consecutivi. Vedetelo come un investimento: più state fermi in questa fase più si accorceranno i tempi di recupero dopo una distorsione di ginocchio.

b) Ghiaccio

Il ghiaccio è un buon sistema per ridurre l’infiammazione. Va applicato seguendo alcune semplici regole: mai a contatto diretto con la pelle, mai per più di 15-20min consecutivi, ripetere l’applicazione 5 volte al giorno nelle prime 48 ore. Esistono varie forme di ghiaccio: i semplici cubetti, delle sottilette di gel da congelatore che hanno il vantaggio di non bagnare e di adattarsi alla forma del ginocchio, la crioterapia avanzata noleggiabile in negozi di ortopedia. C’è un principio che vale sempre. Il freddo deve essere applicato con degli sbalzi ripetuti di temperatura. Conviene per tanto non applicare il ghiaccio in maniera continua, ma farlo per periodi di 15-20 minuti magari più volte al giorno. Questo provvedimento è tanto più necessario quanto più vedete che il ginocchio dopo che si è girato si gonfia molto.

c) Compressione

Non si conosce il motivo, ma molti pazienti sentono un beneficio a bendare il ginocchio. Anche in questo caso conviene seguire alcune semplici regole: la compressione non deve essere così elevata da rallentare o impedire la circolazione, il bendaggio va tolto di notte, non deve essere prolungato oltre le 48 ore. Come bendare un ginocchio praticamente? Il consiglio è di prendere una benda elastica in farmacia. Vanno bene quelle alte 15 cm circa. Possono essere applicate facendo un giro della benda su se stessa e poi salendo dal basso verso l’alto sovrapponendo il 50% della benda sul giro precedente. Per capire se la benda è troppo stretta bisogna riuscire a infilare sotto la benda due dita senza difficoltà. Il bendaggio aiuta soprattutto se il ginocchio è molto gonfiato.

d) Elevazione

Mantenere il ginocchio sollevato aiuta a non farlo gonfiare. E’ buona norma tenere il piede sollevato rispetto al resto del corpo durante il sonno e 2-3 volte durante la giornata. Questo favorisce il riassorbimento degli edemi e migliora la circolazione ematica.

2. Seconda azione: applicare principi di trattamento avanzato

Dopo i primi 3 giorni di protocollo base, possiamo introdurre una nuova fase di trattamento più avanzato.

a) Uso del caldo

Se gonfiore e infiammazione dei primi giorni dopo l’episodio di distorsione del ginocchio sono risolti, il dolore potrebbe derivare ora da una rigidità o contratture muscolari. In questo caso l’applicazione di caldo potrebbe fare la differenza. Come per il ghiaccio le applicazioni devono essere di circa 20 minuti, ripetibili da 3 a 5 volte al giorno. I metodi per riscaldare sono molteplici: asciugamani caldi, borse dell’acqua calda, bagni, docce, sauna, uso di termofori riscaldabili in microonde.

b) Uso di antinfiammatori topici: crema antinfiammatoria

Localmente alcuni prodotti possono dare una mano. Esistono per esempio formulazioni molto efficaci di argilla che possono essere fatte seccare sulla pelle dando un beneficio sui sintomi e aiutando a riassorbire versamenti intrarticolari. Il modo migliore per applicare l’argilla è lasciarla seccare proteggendola con una benda traspirante di cotone durante tutta la notte. Creme a base di Arnica ad elevata concentrazione possono dare un beneficio, ma vanno massaggiate 3-4 volte al giorno per essere efficaci. Se non si ha il tempo per lunghe applicazioni esistono cerotti che danno un lento e continuo rilascio locale di farmaci antinfiammatori per tutta la giornata.

c) Uso di antinfiammatori orali

Possono essere utilizzati sotto indicazione medica. Evitate trattamenti prolungati con questi farmaci che possono essere molto dannosi specialmente per lo stomaco. Se il dolore e il gonfiore causati non sono importanti evitate di prenderli. Ricordate che il processo infiammatorio è parte della guarigione della distorsione al ginocchio e va ridotto solo se veramente necessario per un dolore o un gonfiore intensi. Soprattutto evitate trattamenti fai da te che possono causare gravi danni alla salute.

3. Terza azione: capire se il ginocchio è rotto

Capire se ci siamo fatti davvero male – e quindi se abbiamo rotto il ginocchio o i legamenti del ginocchio – è fondamentale per la prognosi e per il trattamento. Esistono dei segni clinici che possono guidarci. Ci vuole sensibilità ed esperienza per interpretarli correttamente e il consiglio è sempre di rivolgervi al vostro ortopedico di fiducia per una visita. I criteri generali per capire se una distorsione ginocchio abbia causato o meno dei danni all’articolazione sono: la sensazione di strappo/rottura durante la distorsione, il gonfiore immediato, la presenza di blocchi dell’articolazione, la presenza di cedimenti continui. Vediamoli di seguito nel dettaglio.

– Strappo/rottura nella distorsione al ginocchio

In caso di lesioni legamentose o meniscali è molto frequente avere percepito un rumore di strappo durante il trauma. Viene proprio sentito un “crack” durante l’infortunio che ha provocato la distorsione al ginocchio. L’associazione con delle rotture franche di questa sensazione riferita dal paziente è molto alta.

– Gonfiore immediato

Generalmente il gonfiore immediato dopo una distorsione di ginocchio è un segno di emartro. L’emartro è un saguinamento interno all’articolazione. Menischi e legamenti quando si rompono sanguinano. Esattamente come dopo una ferita da taglio sulla pelle. Essendo l’articolazione una camera chiusa, è facile che dopo un trauma se qualcosa si rompe possa riempirsi in fretta. Ecco perchè un gonfiore immediato che non può ancora essere di natura infiammatoria è un segno prognostico negativo per lesioni legamentose o meniscali.

– Blocco dell’articolazione

Oltre un blocco doloroso delle prime 24-48 ore dal trauma, un blocco persistente del ginocchio deve essere trattato con sollecitudine. E’ sempre necessario in tal caso rivolgersi ad un ortopedico o per via di un pronto soccorso oppure se possibile rivolgendosi direttamente all’ortopedico di fiducia. Il blocco può avere cause molto differenti tra loro, ma pone sempre il sospetto di una lesione meniscale importante o in seconda analisi di una lesione legamentosa.

Se il ginocchio è bloccato puoi approfondire guardando questo video in cui spieghiamo cosa fare quando il ginocchio è bloccato.

 

– Cedimenti continui

La presenza di instabilità marcata dopo una distorsione al ginocchio è un segno negativo, generalmente associato a lesioni al legamento del ginocchio multiple o talvolta a pseudo cedimenti da lesioni meniscali. Anche in questo caso è fondamentale una visita ortopedica sollecita.

4. Quarta azione: esercizi per distorsione al ginocchio e tempi di recupero

Distorsione al ginocchio: quanto dura?
Dopo aver escluso dei danni all’articolazione causati dalla distorsione del ginocchio, i tempi di recupero possono essere abbreviati grazie alla riabilitazione.

La base del fai da te è il rinforzo muscolare del quadricipite, cosa che può essere sufficiente per una persona dalle basse richieste funzionali. Per i più attivi una scheda riabilitativa simile a quella per riabilitare un ginocchio dopo la ricostruzione chirurgica del crociato può essere seguita (NB non tutti gli esercizi sono adatti a tutte le distorsioni: consultate il medico prima di eseguirli a scatola chiusa).

Chi invece ha velleità sportive più intense è meglio che venga seguito da un professionista: un fisioterapista è in grado di affiancare ad un recupero muscolare corretto anche una serie di esercizi di ginnastica propriocettiva essenziali per il recupero funzionale post-infortunio, mentre per il ritorno allo sport il preparatore atletico laureato in scienze motorie può seguire passo passo l’atleta nel recupero del vero gesto sportivo. Entrambe le cose sono difficilmente ottenibili con il fai da te.

5. Quinta azione: quando è necessaria la chirurgia

Quando l’ortopedico riscontra la presenza di segni clinici suggestivi di lesione al legamento del ginocchio o al menisco durante la visita medica, la chirurgia può essere un passo essenziale per il ritorno alla normalità. Il legamento crociato anteriore assente è un tipo di lesione che in esito di distorsione di ginocchio non si ripara spontaneamente. Pazienti attivi hanno sempre un vantaggio a ricostruirlo con tecniche chirurgiche mini-invasive in artroscopia.

Allo stesso modo lesioni meniscali traumatiche devono essere riparate o rimosse. Danni cartilaginei di femore o tibia possono essere aiutate nella loro guarigione. Nei casi più gravi anche piccole fratture possono meritare un trattamento. Anche l’AAOS americana dedica una pagina di approfondimento per le distorsioni di ginocchio che può aiutare chi vuole capire di più.

Il messaggio finale dunque è: dopo una distorsione di ginocchio la prima arma a nostra disposizione è il trattamento conservativo.

Di fronte a sintomi importanti o dolore che non migliora con le comuni azioni terapeutiche, il consulto con l’ortopedico diventa fondamentale per concertare insieme il migliore approccio terapeutico.

 

Lesione menisco: guida avanzata per il paziente

Una guida avanzata per il paziente con una lesione al menisco

È molto comune nella mia pratica avere a che fare con un problema al menisco. Anzi molto spesso è proprio il paziente che, risonanza alla mano, richiede un trattamento chirurgico per eliminare quella che pensa essere la causa dei suoi problemi: il referto medico di lesione al menisco. Di questo abbiamo parlato e discusso con oltre 40 medici di medicina generale al primo corso della serie “dottore ho male a…” organizzata dal gruppo di Chirurgia Articolare Ricostruttiva di Villa Ulivella di Firenze.

Ma incomiciamo a capire qualcosa di più sui menischi…

Cosa sono i menischi e a cosa servono

I menischi sono delle fibro-cartilagini. La cosa più simile che possiamo toccare con le nostre mani per capirne la consistenza sono i lobi delle orecchie. Immaginiamo di avere all’interno delle ginocchia due ciambelle di quella consistenza che ammortizzano gli impatti.
La loro forma è a C e la loro sezione è triangolare. In pratica si fissano stabilmente alla tibia e abbracciano il femore, stabilizzandolo. Esiste un menisco interno ed un menisco esterno definiti anche come menisco mediale e menisco laterale.

Il ruolo dei menischi è multiplo: ammortizzatore dei carichi e stabilizzatore del ginocchio.

Ammortizzazione e Stabilizzazione

L’ammortizzazione dei carichi è semplice da comprendere: una struttura elastica tra le cartilagini agisce da vero e proprio ammortizzatore. La migliore ammortizzazione è data ovviamente da un menisco molto idratato e giovane. Un menisco sfibrato e invecchiato perde gradualmente tutte le proprietà ammortizzanti lasciando scoperta la cartilagine che da sola si trova ad essere soggetta a usura e consumarsi.

Il ruolo di stabilizzazione è invece un po’ meno immediato da capire. Si basa sulla forma a ciambella del menisco che si adatta molto bene alla forma rotonda dei condili femorali. Dal lato opposto il menisco è saldamente attaccato alla capsula articolare e alla tibia. Proprio questa congruenza diminuisce la traslazione dell’articolazione e limita gli stress in varo e valgo riducendo il carico sui legamenti collaterali.

Lesione menisco: come si possono rompere i menischi?

Come tutte le cose i menischi si possono rompere. Le lesioni al menisco possono essere degenerative, cioè legate al consumo degli anni o delle attività sportive, oppure possono verificarsi a seguito di un trauma, nonostante siano di buona qualità. Le lesioni degenerative sono tipiche dei 40-50 enni, mentre le lesioni traumatiche sono tipiche dei 20-30 enni.

Una lesione degenerativa per sua stessa definizione è un cedimento strutturale del menisco dovuto più all’usura che ad un trauma. Va da sé che è molto raro che queste lesioni debbano essere operate a meno che non costituiscano occasione per un blocco meccanico reale al movimento. Una lesione traumatica invece avviene dopo un trauma significativo e riguarda menischi generalmente in buone condizioni. Facilmente pertanto costituiscono un problema meccanico per l’articolazione e spesso necessitano di un intervento per essere risolte.

I traumi più comuni che causano il menisco rotto sono le distorsioni di ginocchio oppure il rialzarsi dopo un accovacciamento.

Menisco rotto: quali tipi di lesione al menisco esistono?

Le lesioni meniscali possono essere descritte e classificate. Prima di tutto sulla base della sede della lesione. Il menisco ha un corpo (la parte centrale) e due corni (le punte anteriori e posteriori). Esistono pertanto lesioni del corpo o lesioni del corno del menisco.

Una seconda classificazione consiste nel differenziare tra le diverse forme della lesione: esistono lesioni di piccoli frammenti che vengono detti FLAP meniscali, oppure esiste la lesione completa che ribalta tutto il menisco che prende il nome di lesione a manico di secchio.

Una terza classificazione considera invece la direzione della lesione: longitudinale, trasversale o radiale.

Il tipo di lesione è molto importante per capire come approcciarsi al menisco rotto: se sia necessario un intervento chirurgico oppure no e ancora se sia o meno possibile una riparazione.

Come si manifesta tipicamente una lesione al menisco?

Il caso tipico di lesione al menisco è quello di un giovane adulto quarantenne, attivo, che riferisce di avere sentito un “crack” durante un accovacciamento.
Talvolta è da quel momento che ha cominciato a sentire dolore e magari non riesce perfettamente a raddrizzare il ginocchio.

La tipica perplessità del paziente è come sia possibile, senza avere avuto un vero e proprio trauma, che il menisco si sia potuto rompere e la domanda che sorge quindi, in caso di menisco rotto, è come sia possibile capirlo. La lesione del menisco generalmente si realizza proprio perché avviene su un terreno degenerativo predisponente e l’iperflessione sovraccarica in maniera importante proprio il corno posteriore del menisco. Altre volte si tratta di uno sportivo che ha avuto una franca distorsione e in quel caso è più facile la diagnosi in quanto aiutata proprio dalla descrizione del trauma.

Attenzione invece al riscontro occasionale di una degenerazione meniscale senza franca rottura in un caso di dolore al ginocchio. Quasi mai in quel caso il menisco è la vera causa del problema.

Presentazione clinica: menisco rotto come capirlo?

Il ginocchio il più delle volte è asciutto, senza versamento, e il quadro è aspecifico ad una prima analisi. Generalmente la manovra che produce una torsione della gamba suscita dolore sulla linea articolare: è il cosiddetto test meniscale positivo. Siamo in presenza in questo caso di lesioni al menisco.

Inoltre ci sono una serie di attività quotidiane che possono causare dolore. Può succedere di sentire dolore al ginocchio nello scendere e nel salire in macchina. Oppure se si cammina velocemente in linea retta e si deve all’improvviso cambiare direzione si può sentire una fitta al ginocchio.

Inoltre tutti gli sport che prevedano salto atterraggio e cambi di direzione possono causare dolore. In pratica tutti gli sport di squadra.

Quali esami richiedere?

ecografia di lesione meniscoL’ecografia anche se potenzialmente può identificare una lesione al menisco, il più delle volte viene eseguita superficialmente e non ritorna quasi mai con un risultato che ci aiuta nel nostro processo decisionale.

Una lastra è molto spesso negativa e ci può essere utile solo se clinicamente sospettiamo che il problema determinante sia un’artrosi e la lesione al menisco sia solo un problema marginale.

La TAC pur essendo in era pre risonanza un buon accertamento, oggi ha lasciato spazio alla RMN. La RMN ha infatti una definizione molto maggiore e riesce a vedere danni anche piccoli su tutta la struttura meniscale.
In linea generale la RMN identifica senza incertezze tutte le lesioni meniscali traumatiche franche, specialmente quelle meccanicamente importanti. Lesioni meniscali rilevanti quali lesioni radiali, longitudinali, a manico di secchio sono facilmente riscontrabili con una RMN.

Quando non è necessario l’intervento e quando si può rimandare?

Le lesioni meniscali degenerative che non interrompono la superficie articolare non sono da operare. Abbiamo a nostra disposizione una serie di procedure conservative, prima tra tutte le viscosupplementazione con Acido Jaluronico. Tali procedure possono aiutarci a risolvere il sintomo senza intervento. Il menisco infatti è fondamentale per il ginocchio. Il menisco ha un’azione di ammortizzazione, stabilizzazione, distribuzione dei carichi. Esiste una pagina nel sito che spiega bene le caratteristiche anatomiche e il ruolo dei menischi nel ginocchio.

Anche alcune lesioni meniscali traumatiche piccole e stabili possono non essere trattate, o almeno non immediatamente se non sono molto sintomatiche. Questo permette al paziente di organizzarsi per essere operato compatibilmente con gli impegni lavorativi.

Esistono solamente due fattori che vanno considerati se si decide di non operare nonostante un riscontro RMN di lesione meniscale traumatica. Il primo caso è quello di una lesione murale, che può essere suturata riparandola in acuto. Ricordiamo che le lesioni croniche hanno una potenzialità di guarigione molto inferiore. Il secondo caso in presenza di una piccola lesione, che si può allargare diventando più significativa e in qualche caso bloccare il ginocchio. Questi aspetti vanno discussi con il paziente.

Qui trovate il video che illustra tutte le tematiche che abbiamo discusso dal titolo “Falso mito: il menisco rotto va sempre operato”

Quali tipi di intervento sono possibili?

menisco rotto come capirlo: le zone del meniscoL’intervento classico di riparazione delle lesioni meniscali consiste nella meniscectomia artroscopica selettiva. Si rimuove il frammento meniscale che provoca il dolore e i blocchi. Si tratta di un intervento semplice che ha un basso impatto sul paziente.

Se però la lesione al menisco è in zona ROSSA cioè vascolarizzata, c’è la possibilità di suturare il menisco come se fosse una ferita. Si mettono dei punti per riattaccarlo in artroscopia. La guarigione avviene in circa il 70% dei casi (un po’ di più se associata alla ricostruzione del LCA). E’ particolarmente indicata nel giovane per prevenire i danni artrosici correlati alla meniscectomia. Il paziente deve accettare però un tasso di fallimento che significa dovere essere rioperati se la lesione non ripara, oltre al fatto di dover seguire un protocollo di recupero dopo l’intervento molto più impegnativo rispetto alla meniscectomia e un’astensione dallo sport che può arrivare a 6 mesi.

Entrambi gli interventi per sistemare il menisco rotto possono essere eseguiti in artroscopia, cioé  con una telecamera introdotta all’interno del ginocchio e strumenti che lavorano attraverso piccoli buchini nella pelle.

Menisco rotto: problemi nel post-operatorio

sutura post lesione meniscoSono molto rari nelle meniscectomie. Di solito si torna a stare bene con poca riabilitazione muscolare entro 1 mese dall’intervento.

Come specificato prima esiste un problema di recidiva di lesione al menisco nel caso delle suture meniscali.
Un gonfiore nel postoperatorio può essere risolto con manovre di aspirazione del versamento.

Come bisogna comportarsi dopo l’intervento

Una rimozione del menisco (meniscectomia) ha bisogno di una cura fondamentale: non infiammare il ginocchio nelle prime fasi dopo l’intervento. Pertanto verrà prescritto l’uso di stampelle per le prime 2-3 settimane e invitato il paziente a stare a riposo limitando i movimenti e il cammino prolungato.

Se nelle prime 2-3 settimane il ginocchio non gonfia e rimane infiammato, allora è molto difficile che ci saranno problemi successivamente. Si dovrà soltanto avere cura di recuperare la forza nel quadricipite.

Il rinforzo muscolare avverrà mediante esercizi in isometria ed eventualmente cyclette e nuoto.

Un recupero completo si raggiunge solitamente nel giro di 1 mese.

Anatomia del ginocchio

Il ginocchio e le sue componenti

Qui trovate alcune immagini che aiutano a capire come è fatto il nostro ginocchio, con le sue componenti ossee, legamentose, muscolo-tendinee.

I legamenti del ginocchio

 Ginocchio

I legamenti sono come dei tiranti che stabilizzano il ginocchio nei diversi piani dello spazio e nelle diverse posizioni che può assumere. Possono essere paragonati a delle cime da ormeggio di una barca che, con opportuni incroci, mantengono la possibilità di movimenti elastici rispetto alla banchina, senza che avvengano indesiderati contatti.

Legamenti e stabilità

La stabilità del ginocchio, come per una barca in banchina, è fondamentale per la sua corretta funzione. Una instabilità cronica del ginocchio deriva dalla rottura dei legamenti,
 ginocchioche sono le cime d’ormeggio del ginocchio, e determina l’insorgenza di una complessa sofferenza dell’articolazione.

L’articolazione lavora male provocando “contatti” indesiderati che determinano usura della cartilagine e lesioni meniscali.

 

Che cos’è il menisco

Il menisco è una struttura fibro-cartilaginea fatta a semiluna che si interpone tra le superfici articolari d ginocchioi tibia e femore nel ginocchio

 ginocchio

 

 

 

I ruoli del menisco: la DISTRIBUZIONE DEI CARICHI

Le ossa che costituiscono il ginocchio possono essere pensate come una sfera che appoggia su un piano. Il contatto tra questi due solidi si riduce ad una superficie piccolissima. Chi ha un minimo di confidenza con la fisica può immaginare che proprio in questo punto sarà concentrata la trasmissione di tutte le forze.

Per capirci meglio: voi camminereste mai con dei bei tacchi a spillo sulla neve fresca? Molto meglio ampliare il più possibile la superficie di contatto con delle racchette da neve per non sprofondare!

Il menisco fa proprio questo: amplia la superficie di contatto distribuendo i carichi.

I ruoli del menisco: la STABILITA’

Sempre pensando alla nostra sfera, pensiamo come sia libera di muoversi scivolando su un piano. Anche in questo caso il menisco dà una mano abbracciando il femore e inserendosi stabilmente in maniera diretta e indiretta sulla tibia.

Questo effetto frenante diventa ancora più important ginocchioe quando vengono lesionati gli stabilizzatori principali del ginocchio: i legamenti.

 

I ruoli del menisco: NUTRIMENTO e LUBRIFICAZIONE

Le cartilagini che ricoprono l’articolazione del ginocchio sono prive di vasi sanguigni e quindi di un nutrimento autonomo. Per essere nutrite devono essere continuamente bagnate dal liquido articolare, ricco in acido ialuronico.

Il menisco facilita la distribuzione del liquido articolare sulle cartilagini: ne assicura pertanto la vitalità e la buona salute, oltre che la lubrificazione.

I ruoli del menisco: AMMORTIZZAZIONE

Chi andrebbe a giocare a basket con dei mocassini di cuoio? La presenza dei menischi garantisce l’ammortizzazione dei carichi come la suola delle scarpe da ginnastica sotto i piedi, evitando che le cartilagini subiscano degli impatti tali da danneggiarle

Le lesioni meniscali

La rottura del menisco

Anche il menisco si rompe. Può farlo in seguito a traumi, in seguito ad una degenerazione o per la combinazione dei due fenomeni. La rottura del menisco può causare dolore, sensazioni di “cedimento” del ginocchio e veri e propri blocchi articolari. Ma prima di parlare delle lesioni cerchiamo di capire a cosa serve il menisco e come mai nel ginocchio ce ne sono due.

Che cosa è il menisco?

Il menisco è un ammortizzatore e uno stabilizzatore del ginocchio. E’ come una mezza ciambella che abbraccia il femore e ricopre l’articolazione sulla tibia. L’effetto avvolgente della ciambella protegge la cartilagine e forma una cavità che stabilizza e accompagna il movimento del ginocchio. I traumi, il carico, la corsa, tutti i movimenti del ginocchio scaricano prima di tutto il peso sul menisco prima di coinvolgere la cartilagine. Per questo motivo è molto importante avere dei menischi sani nelle nostre ginocchia.

Perché avviene la rottura del menisco?

Le cause di rottura del ginocchio possono essere diverse. La più comune è un trauma. Una distorsione del ginocchio può pizzicare il menisco tra femore e tibia provocando una lacerazione del tessuto. Il tessuto lacerato comincia a incastrarsi nei movimenti, perlopiù nelle torsioni del ginocchio, continuando a provocare il dolore. Lo sport diventa impossibile. Il ginocchio fa male nel piegarsi per accovacciarsi a terra o nello scendere dalla macchina.

Molto spesso però non ci si ricorda alcun trauma particolare. Di punto in bianco il menisco comincia a fare male e basta. Si tratta in questo caso  non di una lesione traumatica, ma di una lesione degnerativa. Il più delle volte non ci si ricorda nemmeno l’occasione in cui il ginocchio ha cominciato a fare male. Il movimento più frequentemente implicato in queste rotture è un semplice accovacciamento sulle ginocchia. La lesione avviene perché il tessuto meniscale è già degenerato e basta un piccolo stress a causarne la rottura.

Come riconoscere una lesione al menisco

Come si fa a sapere che il menisco è rotto?
Il dolore è il primo campanello di allarme. È un dolore particolare che si manifesta specialmente quando il ginocchio si gira o si piega molto. Tipico è il dolore che si prova quando ci si accovaccia, quando si scende dalla macchina oppure quando camminando si cambia direzione all’improvviso. In tutti questi movimenti il menisco rotto viene pizzicato tra femore e tibia e per questo comincia a fare male.

Il secondo messaggio che deve allarmare per una lesione meniscale sono i blocchi articolari. Il blocco è una sensazione di scatto nell’articolazione, un movimento non libero che in alcuni casi può anche fare rumore mentre avviene.

Il terzo messaggio è il gonfiore. Il ginocchio quando gonfia distende la parte anteriore come un piccolo palloncino. Il versamento è aspecifico come sintomo, ma potrebbe dipendere da un’infiammazione causata da un menisco rotto. Ultima possibilità è che il menisco rotto dia sensazione di instabilità e cedimenti come se si fosse rotto un legamento. È più raro rispetto agli altri sintomi, ma può essere un tipo di manifestazione della rottura meniscale.

Come diagnosticare una lesione al menisco

La diagnosi della lesione meniscale viene effettuata in due modi: la visita medica e la risonanza magnetica. Durante la visita medica si eseguono dei test che sollecitano la pinzatura del menisco in modo da evocare il dolore. In questo modo si può avere il sospetto di una lesione al menisco. La conferma avviene mediante una risonanza magnetica che ha lo scopo di identificare la posizione e la tipologia della lesione tendinea.

Dove fa male una lesione al menisco

La rottura del menisco fa male sui lati interno o esterno del ginocchio, dove l’articolazione si piega. In questo punto viene riferito il dolore principalmente quando ci si piega o quando si fanno delle torsioni. Il menisco interno fa male nella zona che guarda l’altro ginocchio, quello esterno nella parte che guarda fuori rispetto all’altro ginocchio. Qualche volta nelle lesioni complesse il ginocchio fa male anche dietro.

Quando operare una lesione al menisco

Nel passato qualsiasi lesione meniscale era considerata da operare e il menisco rotto veniva rimosso completamente. L’intervento era eseguito con una incisione normale e il menisco tolto interamente. Poco tempo è bastato a scoprire quanto sia negativo l’effetto di una asportazione completa del menisco per la perdita dell’ammortizzatore e per la perdita della stabilità. Di fatto le meniscectomie complete non sono più indicate e l’indicazione a operarsi si è ridotta moltissimo nel tempo.

Nell’ortopedia moderna si opera il menisco quando si hanno i problemi dolorosi descritti precedentemente in un quadro di risonanza che mostra una rottura significativa. Le lesioni degenerative o le piccole lesioni traumatiche, infatti, non si operano più in quanto migliorano con la fisioterapia e le infiltrazioni. Rimane l’indicazione a operare lesioni traumatiche di dimensioni ragguardevoli in risonanza magnetica che causino un problema meccanico evidenziabile nella visita al ginocchio.

La chirurgia per la riparazione del menisco rotto

La possibilità di intervento in caso di rottura di menisco prevede diverse tecniche che sono scelte in base all’esigenza del paziente e al tipo di lesione. Oggi l’obiettivo principale deve essere quello di riparare il danno meniscale, proprio per la consapevolezza dei ruoli fondamentali che i menischi giocano nell’articolazione del ginocchio. Questo è oggi possibile per alcune lesioni con eccellenti risultati mediante moderni strumenti che permettono il posizionamento di più punti di sutura all’interno del ginocchio sul menisco, tutto in artroscopia.

Le lesioni che hanno un vantaggio ad essere riparate sono quelle nella zona più periferica del ginocchio detta zona Rossa, ovvero la zona più irrorata dal sangue e quindi quella che può più facilmente guarire.

Vediamo i diversi approcci adottabili in caso di rottura di menisco:

APPROCCIO DEMOLITIVO: MENISCECTOMIA SELETTIVA

approccio demolitivo in caso di rottura meniscoAlcuni casi di rottura di menisco avvengono in una zona detta “bianca” in quanto priva di vasi e quindi di capacità riparativa autonoma.
Questa zona è la più vicina al margine libero del menisco.
In questo caso la lesione viene regolarizzata in modo che non provochi più dolore, sacrificando una piccola parte del menisco.
Non si ricorre più come nel passato ad una rimozione completa del menisco.

APPROCCIO RIPARATIVO: LE SUTURE MENISCALI

Alcune lesioni meniscali avvengono in una zona meniscale detta “rossa” in quanto percorsa da vasi sanguigni e capace di riparare. Queste lesioni possono essere riparate utilizzando dei piccoli punti di sutura introdotti con speciali strumenti all’interno dell’articolazione in artroscopia.

APPROCCIO RICOSTRUTTIVO: I SOSTITUTI E I TRAPIANTI MENISCALI

approccio ricostruttivo in caso di rottura meniscoQuando il menisco non esiste più in quanto già demolito in precedenti interventi, se l’articolazione del ginocchio è ancora in buono stato, è possibile sostituire il menisco con sostituti meniscali sintetici o con un trapianto di menisco da cadavere. Questi strumenti hanno lo scopo di vicariare alle fondamentali funzioni dei menischi, per prevenire o quanto meno ritardare la degenerazione cui va immancabilmente incontro un ginocchio senza menisco.

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