Come usare il gabinetto dopo un intervento di protesi all’anca

Introduzione

Dopo aver sottoposto il corpo a un intervento di protesi all’anca o al ginocchio, può essere difficile affrontare alcune attività quotidiane, come andare in bagno e utilizzare il gabinetto. Tuttavia, ci sono alcuni accorgimenti che è possibile adottare per rendere questo processo più agevole e sicuro. In questo articolo, scopriremo come sedersi e alzarsi dal gabinetto in modo corretto dopo un intervento di protesi.

Preparazione e supporto

Prima di esplorare le tecniche corrette per sedersi e alzarsi dal gabinetto, è importante assicurarsi di avere un ambiente sicuro e supporti adeguati. Un buon porta-asciugamani o degli appoggi stabili vicino al gabinetto possono essere di grande aiuto in questa fase. Inoltre, verificare se la casa dispone di sedie con braccioli, che possono facilitare il processo di seduta e alzata.

Sedersi sul gabinetto

Il metodo per sedersi sul gabinetto dopo un intervento di protesi è simile a quello utilizzato per sedersi su una sedia. Seguire attentamente questi passaggi:

  1. Portare avanti la gamba operata: Quando ci si prepara a sedersi, assicurarsi di spostare la gamba operata in avanti, mentre la gamba sana viene piegata per facilitare la seduta. Questo evita di sovraccaricare l’articolazione operata e offre supporto alla stessa.
  2. Piegarsi con cautela: Piegatevi in modo controllato verso il gabinetto, assicurandovi di mantenere la schiena dritta per ridurre lo stress sulla protesi.
  3. Utilizzare un appoggio se necessario: Se il vostro gabinetto è molto basso o avete una corporatura alta, potrebbe essere utile utilizzare un alza-water, una struttura in plastica che solleva la seduta del gabinetto. Questo riduce la pressione sulle articolazioni durante la seduta e l’alzata.

Alzarsi dal gabinetto

Per alzarsi dal gabinetto dopo un intervento di protesi, seguire questi suggerimenti:

  1. Portare avanti la gamba operata: Come fatto precedentemente, spingere la gamba operata in avanti mentre ci si prepara ad alzarsi. Utilizzare la gamba sana come supporto durante il movimento.
  2. Spingere con cautela: Spingere con forza sulla gamba sana per alzarsi dal gabinetto in modo controllato e sicuro.

Ulteriori risorse

Ricordate che un recupero efficace dopo un intervento di protesi richiede tempo, pazienza e corretta pratica. Per ottenere ulteriori consigli e istruzioni dettagliate, potete fare riferimento al canale YouTube Chirurgiarticolare dell’autore di questo articolo, dove troverete tutorial, esercizi e informazioni utili sul recupero post-operatorio.

Conclusione

In conclusione, imparare a utilizzare correttamente il gabinetto dopo un intervento di protesi può contribuire a rendere il processo di andare in bagno più sicuro e confortevole. Ricordate di adottare accorgimenti come portare avanti la gamba operata, utilizzare supporti adeguati e, se necessario, ricorrere a dispositivi di sollevamento come l’alza-water. Non esitate a consultare risorse aggiuntive, come il canale YouTube consigliato, per ulteriori indicazioni e istruzioni dettagliate. Mantenete sempre la sicurezza al primo posto durante il vostro percorso di recupero post-operatorio.

Intervento di protesi di anca: movimenti da evitare sempre

Intervento di protesi d’anca: movimenti da evitare per una pronta guarigione

Introduzione

L’intervento di protesi d’anca è una procedura medica comune che può migliorare significativamente la qualità della vita delle persone affette da problemi articolari. Tuttavia, è importante prestare attenzione a certi movimenti durante il periodo post-operatorio per evitare complicanze come la lussazione. In questo post, esploreremo i movimenti da evitare e forniremo consigli per una pronta guarigione dopo l’intervento di protesi d’anca.

Movimenti da evitare per prevenire la lussazione

Dopo l’intervento di protesi d’anca, alcune posizioni e movimenti possono aumentare il rischio di lussazione. È fondamentale evitare di raggiungere il piede passando dall’esterno del ginocchio. Questo movimento può mettere la protesi in una posizione pericolosa. Ad esempio, quando si tagliano le unghie dei piedi, è importante raggiungere il piede passando dall’interno del ginocchio per mantenere la protesi stabile.

Prendere oggetti da terra

Quando si prendono oggetti da terra, evitate di piegare eccessivamente in avanti il tronco. Questo potrebbe mettere a rischio l’articolazione dell’anca. Invece, provate a portare indietro la gamba operata e prendere l’oggetto con la mano. Questo ridurrà l’angolo di movimento dell’anca, minimizzando il rischio di lussazione.

Sport a basso impatto

Dopo l’intervento di protesi d’anca, è importante prendersi cura durante la pratica di attività sportive. Mentre gli sport a basso impatto possono essere adatti, è consigliabile evitare quelli che comportano rischi maggiori quando si è soli. Ad esempio, lo windsurf o l’arrampicata in solitaria possono essere pericolosi in caso di incidente o lussazione, poiché potrebbe essere difficile ottenere assistenza immediata.

Prevenzione e attenzione quotidiana

Nonostante il rischio di lussazione sia relativamente basso, è importante prestare attenzione ai movimenti nella vita quotidiana. Evitate di compiere azioni che potrebbero esporre la protesi a un rischio di lussazione quando siete soli e senza l’assistenza di qualcuno.

Conclusione

L’intervento di protesi d’anca è una procedura sicura che può migliorare notevolmente la mobilità e la qualità della vita. Evitando alcuni movimenti specifici, come raggiungere il piede dall’esterno del ginocchio e piegarsi eccessivamente in avanti per prendere oggetti da terra, si può ridurre significativamente il rischio di lussazione. Inoltre, nell’attività fisica post-operatoria, è importante scegliere sport a basso impatto e assicurarsi di essere accompagnati da qualcuno quando si pratica in situazioni potenzialmente rischiose. Seguendo queste precauzioni, è possibile godere di una pronta guarigione e tornare a un’attiva e gratificante vita quotidiana dopo l’intervento di protesi d’anca.

Nota: Per ulteriori informazioni e consulenze mediche, vi invitiamo a visitare il nostro canale YouTube, il nostro sito internet e i nostri canali social.

 

I miei maestri: Andrea Baldini Ortopedico a Firenze

Nel mio percorso di crescita come chirurgo ortopedico sono arrivato a Firenze nel 2009. La spinta per me fu quella di aprire i miei orizzonti verso la chirurgia protesica delle grandi articolazioni dopo la mia bellissima esperienza di New York. In quel luogo, culla della chirurgia protesica moderna, il dottor Andrea Baldini aveva avuto il cuore della sua formazione chirurgica. Ma vediamo nel dettaglio il percorso che mi ha reso l’ortopedico che sono ora.

Il primo incontro con il dottor Andrea Baldini ortopedico a Firenze

Il primo incontro con il dottor Andrea Baldini in Toscana avvenne perché da ortopedico alle prime armi per riuscire a operare i miei primi pazienti mi spostavo ovunque ne trovassi la possibilità. Quel giorno ebbi modo di discutere con lui, che lavorava nella sala di fianco alla mia, di un caso che avrei operato dopo pochi minuti.

Il suo aiuto fu illuminante, tanto che gli chiesi come fare per andare negli Stati Uniti, nello stesso luogo dove si era formato lui stesso, ad apprendere tutti gli aggiornamenti più moderni in chirurgia protesica.

La borsa di Studio per l’Hospital for Special Surgery di New York

L’ispirazione fu tale che l’anno successivo vinsi una borsa di studio per andare negli USA. Un’esperienza coinvolgente da cui tornai pieno di iniziativa e di volontà per imparare ad esercitare al meglio la mia professione. Di fronte alla scelta, dopo la specializzazione, non ebbi dubbio: una posizione era libera con il dottor Andrea Baldini come ortopedico a Firenze e decisi immediatamente di iniziare questa avventura.

I primi anni a Firenze come chirurgo ortopedico

Appena dopo la specializzazione nel Gennaio 2009, mi sono dunque trasferito a Firenze dopo aver ricevuto l’invito ad entrare a fare parte del gruppo di Chirurgia Articolare Ricostruttiva diretto dal dottor Andrea Baldini, Specialista in chirurgia protesica di Anca e Ginocchio. Di fatto io provenivo da una formazione centrata pressoché completamente sulla Chirurgia della Spalla e la mia conoscenza sulle protesi di anca e sulle protesi di ginocchio era veramente limitata alla sola formazione di base conseguita durante la scuola di specializzazione a Milano.

Con il dottor Andrea Baldini la chirurgia protesica era differente

Da subito mi resi conto che la qualità della chirurgia protesica viaggiava a Firenze su un altro pianeta. Il dottor Andrea Baldini, già nel 2009, seguiva le più moderne tecniche chirurgiche di protesi al ginocchio e protesi all’anca.

Una grande attenzione al rispetto dei tessuti, l’uso di impianti protesici di prima qualità e all’avanguardia, una minuziosa tecnica ricostruttiva dell’articolazione. Già allora il paziente era al centro di tutto: in epoca in cui pochi ne parlavano e soprattutto all’estero, tutti i pazienti operati partecipavano ad una lezione preparatoria prima dell’intervento.

Il mio apprendimento come allievo del dottor Andrea Baldini

Con il dottor Andrea Baldini mi è stato possibile continuare la mia crescita come ortopedico a Firenze nella chirurgia protesica maggiore di ginocchio e anca. Al suo fianco ho operato i miei primi casi e ho potuto aiutarlo in migliaia di interventi chirurgici complessi di protesi di ginocchio e protesi di anca.

La progressiva evoluzione della gestione medica del paziente operato

In quegli anni il mio lavoro era dedicato da una parte a prendere in mano la direzione della Chirurgia della Spalla diventando il referente del gruppo in questo ambito, dall’altra nell’apprendere l’arte della chirurgia protesica di anca e ginocchio accanto al dottor Andrea Baldini. L’evoluzione in questo campo, affiancata dalla continua esigenza di migliorare, mi portò a concentrarmi molto sulla cura del paziente a cavallo dell’intervento chirurgico con l’obiettivo di ottimizzarne il recupero e limitarne il trauma legato all’intervento. Tale ricerca comprese il moderno concetto di Fast Track o Rapid Recovery oggi molto attuali, ma allora trascurati da tutti.

La gestione avanzata del paziente: il congresso del dottor Andrea Baldini a Firenze

Tutta la ricerca culminò nel Maggio 2014 a Firenze con un congresso internazionale in cui dare le regole per il Fast Track o recupero rapido dopo chirurgia protesica. I principi moderni di recupero rapido per protesi di anca e protesi di ginocchio finalmente venivano discussi ed affrontati di fronte ad una platea autorevole per la prima volta in Italia.

Il percorso Fast Track del dottor Andrea Baldini Ortopedico presso Villa Ulivella – IFCA di Firenze

Il grande supporto del gruppo GIOMI presso la Clinica di Villa Ulivella IFCA di Firenze ha permesso di adottare una ad una tutte le più moderne metodiche di gestione del paziente operato di protesi. Inoltre ci ha permesso di portare a zero il tasso di trasfusioni, ridurre la degenza (il paziente torna ad essere autonomo nel cammino dopo 2-3 giorni dall’intervento), ridurre il dolore legato all’intervento, iniziare la fisioterapia poche ore dopo l’operazione e minimizzare le complicanze legate allo stare a letto a lungo dopo la chirurgia.

Ad oggi sono oltre 6 anni che attuiamo a Villa Ulivella IFCA di Firenze il protocollo di recupero rapido Fast Track per tutti i pazienti che si operano con noi e i risultati sono evidenti. L’entusiasmo è molto alto dato che riusciamo finalmente a rendere meno invalidante possibile una chirurgia senza dubbio maggiore di Ortopedia.

L’ordine dei medici ha ospitato un mio articolo che riassume tutte le grandi novità che abbiamo introdotto.

Al termine del percorso di formazione con il dottor Andrea Baldini sono diventato, all’interno del gruppo di Villa Ulivella IFCA di Firenze, il responsabile della chirurgia della Spalla e un riferimento per la chirurgia protesica di Anca e di Ginocchio. In questo tipo di chirurgia, dopo oltre 10 anni di attività, seguo tutte le più moderne tecniche di recupero rapido che rientrano nei concetti del Fast track e del Rapid Recovery.

Protesi di ginocchio e protesi di anca: il dottor Lorenzo Castellani parla del Fast track

 

 

Protesi senza dolore: si comincia prima dell’intervento

Quanto il dolore può influenzare i risultati dei nostri interventi? Davvero è solo la perfetta esecuzione dell’intervento a condizionare il risultato a distanza? Siamo certi che il progresso passi solo attraverso le nostre mani di chirurgo? Una protesi senza dolore è sicuramente il primo migliore passo per un recupero rapido dopo l’intervento.

Queste sono le tante domande che ci facciamo ogni giorno nel nostro modo di afforntare gli interventi chirurgici che eseguiamo sui nostri pazienti. In particolar modo gli interventi di protesi hanno bisogno di un controllo del dolore molto accurato per dare il risultato sperato.

Protesi senza dolore: quali sono i meccanismi in gioco

Il dolore innesca i suoi meccanismi nel momento stesso in cui l’intervento comincia. Il solo taglio dell’intervento provoca una reazione a catena di sostanze infiammatorie che trasmettono uno stimolo negativo al nostro cervello. Questo messaggio non viene ostacolato dalla semplice anestesia che ovviamente viene eseguita. Localmente i mediatori sono in grado di dare uno stimolo negativo anche se questo non arriva al cervello. Per questo si sono sviluppate strategie di blocco preventivo del dolore mediante una analgesia preventiva, detta “pre-emptive analgesia”.

Pre-emptive analgesia per il fast track dopo interventi di protesi

L’analgesia pre-operatoria per migliorare il recupero dopo interventi di protesi si basa su tre principali pilastri che bloccano il dolore ancora prima che l’insulto dell’intervento avvenga. Lo fanno su tre livelli diversi: sui recettori nervosi periferici, sul cervello, sulla liberazione locale di sostanze infiammatorie.

Analgesia preventiva negli interventi di protesi: il blocco dei nervi periferici

Esistono farmaci che sono nati per curare l’epilessia, ma che nella pratica clinica a dosaggio molto basso hanno mostrato di modulare l’attività nervosa periferica. Queste sostanze possono essere assunte preventivamente per “saldare i nervi” in modo che siano meno sensibili alla trasmissione del dolore.

Protesi che non causa dolore: uso di farmaci antidolorifici centrali

Il secondo livello di intervento è possibile proprio a livello del cervello per inibire all’origine la sensazione del dolore. Si usa un farmaco a basso effetto collaterale, noto come antipiretico a base di paracetamolo, per inibire in alto la sensazione di dolore.

Blocco dei fattori infiammatori a livello della ferita: pre-emptive analgesia antinfiammatoria

Ultimo livello di intervento è quello locale sui fattori infiammatori. Mentre nel passato non era possibile agire a questo livello in quanto si sarebbero alterati i fattori della coagulazione rendendo più facile il sanguinamento, la ricerca ci è venuta incontro. Attualmente esistono gli inibitori selettivi della COX 2 che bloccano l’infiammazione senza alterare la coagulazione.

Pre-empitve analgesia e fast track in chirurigia protesica: un elmo preventivo nei confronti del dolore

In conclusione il paziente ben preparato all’intervento di protesi parte con un netto vantaggio rispetto al paziente non preparato. Ha già un paracadute che lo protegge dal dolore. A tutto vantaggio non solo del fatto di avere un percorso meno problematico inizialmente, ma anche sicuramente un recupero a distanza molto più semplice.

In sostanza partire con poco dolore equivale ad avere aggirato il primo più grande ostacolo per il ritorno alla normalità.

Bibliografia

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