Recupero dopo un intervento di protesi: il giorno zero e i primi esercizi

Il giorno dell’intervento e il recupero in reparto

Il giorno dell’intervento, dopo essere rientrati in reparto, si entra nella fase che comunemente chiamiamo “giorno zero”. Questa giornata segna l’esecuzione dell’intervento chirurgico e si concentra principalmente sul recupero delle funzioni corporee e sull’eliminazione dell’effetto dell’anestesia, specialmente per gli arti inferiori, come anca e ginocchio.

Il recupero delle funzioni e l’eliminazione dell’anestesia

Ebbene, tutta la prima fase è dedicata al recupero delle funzioni e al passaggio dell’anestesia, specialmente per l’arto inferiore. Il fisioterapista vi farà alzare dal letto, mettendovi prima seduti a bordo letto e successivamente alzandovi in piedi con l’ausilio delle stampelle. Vi insegnerà anche come rimettervi a letto. Questi semplici movimenti rappresentano il primo passo verso il ritorno alla normalità e il recupero dopo l’operazione.

La prima seduta di fisioterapia e l’utilizzo della macchina del ghiaccio

La prima seduta di fisioterapia consiste nell’apprendere i movimenti basilari. Inoltre, vi verrà applicata una macchina del ghiaccio che produce freddo e compressione nell’area dell’articolazione interessata, particolarmente per i pazienti con arti inferiori. Questa compressione a freddo riduce notevolmente gli edemi e il gonfiore della gamba, facilitando il processo di guarigione e l’esecuzione degli esercizi nei giorni successivi.

Opzione di noleggio della macchina del freddo per la terapia domiciliare

È possibile anche noleggiare una macchina del freddo da portare a casa per continuare la terapia fisica con il freddo. Per maggiori informazioni su come ottenere questa macchina, potete rivolgervi alla mia segretaria, che vi fornirà tutti i contatti necessari.

Gli obiettivi del giorno zero

Alla fine del primo giorno, gli obiettivi principali da raggiungere sono: essere in grado di alimentarsi autonomamente, utilizzare il bagno in modo indipendente e acquisire autonomia nei trasferimenti dal letto alla sedia, dalla sedia in piedi, in piedi alla sedia e dalla sedia al letto. Questi sono gli obiettivi da raggiungere. Durante il primo giorno, ovviamente, non si percorrono distanze superiori a 10-15 metri, poiché l’obiettivo è evitare di infiammare l’articolazione. Tuttavia, la verticalizzazione è estremamente importante poiché aiuta a riacquistare fiducia e forza nell’articolazione, facendovi sentire che già dal primo giorno è in grado di sosten

ere il peso del corpo.

Preparazione a casa e esercizi nel recupero post-operatorio

Nei video successivi, vedremo come eseguire gli esercizi e come prepararci a casa per sapere in anticipo cosa fare durante i giorni di recupero post-operatorio.

La riattivazione della pompa muscolare dopo un intervento di protesi

Introduzione

La prima cosa che vi verrà richiesta in reparto è di cominciare ad attivare la vostra pompa muscolare, cioè ricominciare a muovere il quadricipite. Questo è il primo esercizio più semplice per tornare di nuovo proprietari della propria articolazione dopo gli interventi di protesi di anca e di ginocchio.

Esercizio di movimento del quadricipite

Nello specifico, il paziente è sdraiato e gli viene chiesto di muovere su e giù il piede e le caviglie. Questo movimento, simile a schiacciare e mollare il pedale di un freno dell’acceleratore, riattiva il muscolo del polpaccio e favorisce la circolazione del sangue verso il centro.

Benefici dell’esercizio

Questo esercizio può sembrare banale e molto semplice, ma è veramente importante. Riattiva l’intera circolazione sanguigna e aiuta a prevenire il rischio di trombosi delle vene profonde, che è uno dei rischi dopo un intervento di protesi. L’esercizio favorisce il movimento del sangue, evitando la stasi e riducendo significativamente il rischio per i pazienti.

Recupero dopo protesi di anca e di ginocchio: la contrazione isometrica del quadricipite

Esercizio fondamentale per recuperare la forza nell’articolazione e riattivare il muscolo

Questo è un esercizio fondamentale per recuperare la forza nell’articolazione e per riattivare il muscolo che è uno tra i primi responsabili della funzione della nostra gamba per il cammino.

Prima si piega la gamba sana e con questo movimento si stabilizza il bacino poi si mette il piede a martello, si tira a 90 gradi il piede su, si schiaccia il ginocchio contro il letto, quindi si fa scomparire lo spazio che c’è tra il ginocchio e il letto, e si mantiene contratto per 3-4 secondi il muscolo. Questa è la prima fase è una fase propedeutica poi si può rilasciare per riposarsi e poi di nuovo si può ripetere l’esercizio: piede a martello, schiacciare indietro, tenere contratto il muscolo.

Questa è la prima fase propedeutica per qualsiasi altro esercizio alzarsi dal letto richiederà questo tipo di sforzo, fare gli esercizi per stendere il ginocchio e recuperare il movimento richiederà questo tipo di sforzo, quindi già dal giorno zero appena tornati in reparto questo sarà un esercizio che potete fare senza problemi per riattivare la vostra muscolatura. Sembra una cosa piccola però dalle cose piccole poi giorno per giorno costruiremo quello che è il nostro protocollo di recupero rapido.

Scendere dal letto dopo un intervento di protesi

Gestire la manovra in sicurezza con alcuni consigli

Scendere dal letto dopo un intervento di protesi sembra una cosa banale, ma appena operati diventerà difficile anche quello che all’inizio poteva sembrare semplice. Scendere dal letto con alcuni consigli è una manovra che possiamo gestire in sicurezza e che nel nostro reparto dove seguiamo un protocollo di recupero rapido avviene già il giorno stesso dell’intervento e fa parte degli esercizi di base di quello che chiamiamo il giorno zero, il giorno dell’intervento.

E va bene vediamo allora come si fa a fare in sicurezza questa cosa. Per scendere dal letto la prima cosa da fare è portare il piede della gamba sana sotto il piede della gamba operata, in questo modo la gamba operata è sostenuta vedete da una visione frontale come si fa si entra sottopiede, a questo punto la gamba è sostenuta e si può gradualmente sollevare la gamba facendo forza con quella sana e fare un movimento di rotazione del busto per portare entrambe le gambe fuori dal letto.

E a questo punto il gioco è fatto, si accompagna la discesa della gamba operata aiutandosi con quella sana e la posizione seduta è stata raggiunta. Quindi questo è un movimento base che sarà il primo che il fisioterapista vi insegnerà in reparto. Esercitatevi a casa anche senza aver fatto la protesi in modo da capire bene in che modo facilmente potete aiutarvi e aiutare chi vi sta intorno per passare dallo sdraiato alla posizione seduta a bordo letto.

E ora vediamo come salire sul letto dopo un intervento di protesi

Tutti i movimenti dopo l’intervento

Tutti i movimenti che prima di operarsi ci sembravano normali, dopo essere operati nelle prime fasi possono essere difficoltosi. Questa è la strategia migliore per riuscire a risalire nel letto dalla posizione seduta dopo un intervento di protesi.

La posizione iniziale

Il paziente è seduto a bordo letto con le gambe giù dal letto per salire. Come prima cosa, si prende con il piede sano il tallone della gamba operata per aiutare la gamba operata a sollevarsi, applicando la forza con la gamba sana. Con una rotazione del busto, si portano entrambe le gambe sul letto.

La posizione sdraiata

A questo punto, si può ritrarre il piede da sotto la gamba operata e la posizione raggiunta è quella sdraiata. In queste fasi spezzettate del movimento, si riesce a ottenere quello che è un movimento naturale, anche appena dopo l’intervento. Questo raggiungerete il giorno stesso dell’intervento in reparto, grazie al nostro fisioterapista e al nostro protocollo di recupero rapido.

Camminare con le stampelle dopo l’intervento

Importanza del primo giorno post-operatorio

È molto importante camminare con le stampelle già dal primo giorno post-operatorio. Anche se i passi potrebbero essere piccoli e potreste aver bisogno di un deambulatore, le stampelle sono un esercizio fondamentale per non inciampare, non infiammare il ginocchio e per diventare autonomi nelle attività quotidiane.

Come camminare con le stampelle

Il paziente utilizza due bastoni canadesi, uno da ciascun lato. Porta avanti entrambe le stampelle, poi porta avanti la gamba operata appoggiando bene il tallone. Il piede viene sollevato con la punta sollevata, e poi viene portata in pari la seconda gamba.

Tecnica corretta

È importante che le stampelle vadano avanti per prime. Il passo non deve essere troppo lungo, e il tallone del piede operato deve toccare il suolo come prima cosa. Non cercate di andare di punta a toccare il pavimento. Successivamente, si scende di punta con l’altro piede e si porta in pari. Ripetere il movimento con entrambe le gambe.

Se imparate a fare questo movimento correttamente anche prima dell’intervento, sarete autonomi molto più velocemente. Questo è l’esercizio madre di tutti gli esercizi che vi permetterà di avere il recupero rapido che meritate.

Intervento di protesi di anca: movimenti da evitare sempre

Intervento di protesi d’anca: movimenti da evitare per una pronta guarigione

Introduzione

L’intervento di protesi d’anca è una procedura medica comune che può migliorare significativamente la qualità della vita delle persone affette da problemi articolari. Tuttavia, è importante prestare attenzione a certi movimenti durante il periodo post-operatorio per evitare complicanze come la lussazione. In questo post, esploreremo i movimenti da evitare e forniremo consigli per una pronta guarigione dopo l’intervento di protesi d’anca.

Movimenti da evitare per prevenire la lussazione

Dopo l’intervento di protesi d’anca, alcune posizioni e movimenti possono aumentare il rischio di lussazione. È fondamentale evitare di raggiungere il piede passando dall’esterno del ginocchio. Questo movimento può mettere la protesi in una posizione pericolosa. Ad esempio, quando si tagliano le unghie dei piedi, è importante raggiungere il piede passando dall’interno del ginocchio per mantenere la protesi stabile.

Prendere oggetti da terra

Quando si prendono oggetti da terra, evitate di piegare eccessivamente in avanti il tronco. Questo potrebbe mettere a rischio l’articolazione dell’anca. Invece, provate a portare indietro la gamba operata e prendere l’oggetto con la mano. Questo ridurrà l’angolo di movimento dell’anca, minimizzando il rischio di lussazione.

Sport a basso impatto

Dopo l’intervento di protesi d’anca, è importante prendersi cura durante la pratica di attività sportive. Mentre gli sport a basso impatto possono essere adatti, è consigliabile evitare quelli che comportano rischi maggiori quando si è soli. Ad esempio, lo windsurf o l’arrampicata in solitaria possono essere pericolosi in caso di incidente o lussazione, poiché potrebbe essere difficile ottenere assistenza immediata.

Prevenzione e attenzione quotidiana

Nonostante il rischio di lussazione sia relativamente basso, è importante prestare attenzione ai movimenti nella vita quotidiana. Evitate di compiere azioni che potrebbero esporre la protesi a un rischio di lussazione quando siete soli e senza l’assistenza di qualcuno.

Conclusione

L’intervento di protesi d’anca è una procedura sicura che può migliorare notevolmente la mobilità e la qualità della vita. Evitando alcuni movimenti specifici, come raggiungere il piede dall’esterno del ginocchio e piegarsi eccessivamente in avanti per prendere oggetti da terra, si può ridurre significativamente il rischio di lussazione. Inoltre, nell’attività fisica post-operatoria, è importante scegliere sport a basso impatto e assicurarsi di essere accompagnati da qualcuno quando si pratica in situazioni potenzialmente rischiose. Seguendo queste precauzioni, è possibile godere di una pronta guarigione e tornare a un’attiva e gratificante vita quotidiana dopo l’intervento di protesi d’anca.

Nota: Per ulteriori informazioni e consulenze mediche, vi invitiamo a visitare il nostro canale YouTube, il nostro sito internet e i nostri canali social.

 

La sutura continua auto ritentiva: un vantaggio reale per il recupero rapido dopo una protesi di ginocchio

Continuiamo il viaggio nel recupero rapido post-operatorio (Fast Track) delle protesi di ginocchio. Un dettaglio ci aiuta a prevenire gli ematomi, prima causa di rallentamento del recupero. Una sutura autobloccante per ottenere una chiusura perfetta. Un ennesimo particolare che ha portato Villa Ulivella a Firenze ad essere un centro di eccellenza per il recupero rapido Fast track dopo interventi di protesi.

Il Fast track in chirurgia protesica, una novità per il recupero rapido dopo gli interventi di protesi

Essere in piedi subito dopo un intervento di protesi non è una magia. E’ il risultato di un lavoro combinato tra tutte le figure che si occupano di ortopedia all’interno di un ospedale. Non basta cambiare una o due cose. Tutta la filosofia attorno all’intervento deve cambiare per ottenere il risultato. Nel percorso fast track che abbiamo ormai adottato da anni, moltissimi sono i cambiamenti che abbiamo introdotto.

Una causa frequente di ritardo nel recupero rapido sono gli ematomi

Nella protesi di ginocchio, dato che l’intervento consiste nel cambiare completamente l’articolazione, un po’ di sanguinamento è normale. Nel passato un certo numero di pazienti rallentavano il loro recupero perchè dall’articolazione il sanguinamento si riversava all’esterno. Un ematoma (il classico livido dopo un trauma che tutti conosciamo) è particolarmente doloroso nelle prime fasi dopo l’intervento. Immaginiamoci quanto ci dispiace dover rallentare il recupero dopo l’intervento per la presenza di un dolore non necessario come quello di un ematoma nel sottocute.

Strategie per ridurre gli ematomi negli interventi di protesi Fast Track

Per prevenire il sanguinamento adottiamo durante tutti gli interventi una serie di procedure: la chiusura dei vasi mediante piccole bruciature, il controllo della pressione, l’uso di laccio pneumatico rilasciandolo a metà intervento per controllare le perdite, il controllo della pressione sanguigna, l’uso di farmaci anti emorragici, la flessione del ginocchio nelle prime ore dopo l’intervento. Oltre a tutto questo il mantenimento di una camera articolare stagna autolimita il sanguinamento e previene la dolorosa uscita dell’ematoma nel sottocute.

Ottenere nel fast track di protesi di ginocchio un’articolazione stagna

Per chiudere in maniera stagna l’articolazione del ginocchio nel passato ricorrevamo ad un elevato numero di punti di sutura. La cosa si rifletteva negativamente sul paziente in diversi modi: un tempo di chiusura lungo, un fastidio legato a numerosi corpi estranei (i punti) all’interno dell’articolazione, una ferita molto dura per la presenza dei nodi e per quanto la chiusura fosse molto accurata la possibiltà comunque di fuoriuscite di sangue attraverso la ferita. La ricerca ha però sviluppato un moderno sistema di chiusura continuo auto-serrante. Vediamone i vantaggi.

Sutura continua per protesi di ginocchio fast track

La sutura continua ha diversi vantaggi. Il primo è di velocità: essendo un unico passaggio di un unico filo è molto più rapida. Permette quindi un notevole risparmio di tempo durante la chirurgia. Minore è il tempo di intervento, minori sono le possibilità di infezione. Il secondo vantaggio è la chiusura stagna: un unico filo permette di sigillare completamente la capsula articolare. Per riuscirci ancora meglio il filo è stato reso rugoso. La presenza di queste piccole irregolarità o squame superficiali fa in modo che sia auto-serrante. Basta quindi passarlo e tirarlo perchè si blocchi dove è stato messo. Il terzo vantaggio è l’assenza di nodi che eliminano i fastidi durante lo scorrimento dell’articolazione nei movimenti.

Suture autobloccanti nelle protesi fast track: come funzionano

Il principio è quello di un filo passato in una sola direzione, dotato di alette che non permettono al filo di tornare indietro. La sicurezza del punto è quindi garantita ad ogni passaggio senza necessità di nodi. Il punto poi si riassorbirà lentamente all’interno senza bisogno di essere rimosso.

Sutura nelle protesi fast track: vero vantaggio nelle protesi di ginocchio?

Da quando abbiamo introdotto presso la nostra clinica le procedure protesiche con recupero rapido (fast track) abbiamo cambiato tantissimi particolari nella gestione dei nostri pazienti. E’ difficile a posteriori sapere quale di questi dettagli è stato più influente nel determinare il successo di questa procedura. Ognuno è un tassello importante per portare l’attenzione anche sui piccoli gesti e tendere al risultato finale. Sicuramente evitare l’ematoma chirurgico è un passo estermamente importante per tornare alla normalità prima del normale. Forse non è solo aver cambiato la sutura che ha fatto scomparire il problema. Come si dice: cambiamo nel piccolo per arrivare a modificare il grande.

Bibliografia

Does Barbed Suture Lower Cost and Improve Outcome in Total Knee Arthroplasty? A Randomized Controlled Trial.  J Arthroplasty. 2017 May;32(5):1474-1477. 

 

Protesi senza dolore: si comincia prima dell’intervento

Quanto il dolore può influenzare i risultati dei nostri interventi? Davvero è solo la perfetta esecuzione dell’intervento a condizionare il risultato a distanza? Siamo certi che il progresso passi solo attraverso le nostre mani di chirurgo? Una protesi senza dolore è sicuramente il primo migliore passo per un recupero rapido dopo l’intervento.

Queste sono le tante domande che ci facciamo ogni giorno nel nostro modo di afforntare gli interventi chirurgici che eseguiamo sui nostri pazienti. In particolar modo gli interventi di protesi hanno bisogno di un controllo del dolore molto accurato per dare il risultato sperato.

Protesi senza dolore: quali sono i meccanismi in gioco

Il dolore innesca i suoi meccanismi nel momento stesso in cui l’intervento comincia. Il solo taglio dell’intervento provoca una reazione a catena di sostanze infiammatorie che trasmettono uno stimolo negativo al nostro cervello. Questo messaggio non viene ostacolato dalla semplice anestesia che ovviamente viene eseguita. Localmente i mediatori sono in grado di dare uno stimolo negativo anche se questo non arriva al cervello. Per questo si sono sviluppate strategie di blocco preventivo del dolore mediante una analgesia preventiva, detta “pre-emptive analgesia”.

Pre-emptive analgesia per il fast track dopo interventi di protesi

L’analgesia pre-operatoria per migliorare il recupero dopo interventi di protesi si basa su tre principali pilastri che bloccano il dolore ancora prima che l’insulto dell’intervento avvenga. Lo fanno su tre livelli diversi: sui recettori nervosi periferici, sul cervello, sulla liberazione locale di sostanze infiammatorie.

Analgesia preventiva negli interventi di protesi: il blocco dei nervi periferici

Esistono farmaci che sono nati per curare l’epilessia, ma che nella pratica clinica a dosaggio molto basso hanno mostrato di modulare l’attività nervosa periferica. Queste sostanze possono essere assunte preventivamente per “saldare i nervi” in modo che siano meno sensibili alla trasmissione del dolore.

Protesi che non causa dolore: uso di farmaci antidolorifici centrali

Il secondo livello di intervento è possibile proprio a livello del cervello per inibire all’origine la sensazione del dolore. Si usa un farmaco a basso effetto collaterale, noto come antipiretico a base di paracetamolo, per inibire in alto la sensazione di dolore.

Blocco dei fattori infiammatori a livello della ferita: pre-emptive analgesia antinfiammatoria

Ultimo livello di intervento è quello locale sui fattori infiammatori. Mentre nel passato non era possibile agire a questo livello in quanto si sarebbero alterati i fattori della coagulazione rendendo più facile il sanguinamento, la ricerca ci è venuta incontro. Attualmente esistono gli inibitori selettivi della COX 2 che bloccano l’infiammazione senza alterare la coagulazione.

Pre-empitve analgesia e fast track in chirurigia protesica: un elmo preventivo nei confronti del dolore

In conclusione il paziente ben preparato all’intervento di protesi parte con un netto vantaggio rispetto al paziente non preparato. Ha già un paracadute che lo protegge dal dolore. A tutto vantaggio non solo del fatto di avere un percorso meno problematico inizialmente, ma anche sicuramente un recupero a distanza molto più semplice.

In sostanza partire con poco dolore equivale ad avere aggirato il primo più grande ostacolo per il ritorno alla normalità.

Bibliografia

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